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Guardian Angels: l’Europa lavora ai futuri invisibili angeli custodi

È uno dei 6 progetti-bandiera dell’Unione europea nell’ambito della ricerca scientifica. Ci garantirà sicurezza e salute attraverso una schiera di nanosensori personali.
A cura di Roberto Paura
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Sei grandi progetti con l’obiettivo di andare oltre gli attuali confini della conoscenza. Sono stati scelti dall’Unione europea ed entro la fine dell’anno uno o due di essi riceveranno un finanziamento di 1 miliardo di euro per un decennio. Ve li raccontiamo qui su Fanpage.

Tra dieci anni ciascuno di noi si potrà permettere un Guardian Angel, un proprio personale “angelo custode”. Si baseranno su reti di nanosensori intelligenti progettati per tutelare la nostra salute, la nostra sicurezza e il nostro benessere, migliorando la qualità della nostra vita. I Guardian Angels saranno la risposta dell’Europa a una società destinata a invecchiare e a fare sempre meno figli, dove la cura parentale in età avanzata, tradizionalmente affidata ai più giovani, sarà compromessa, e l’assistenza pubblica non riuscirà a coprire tutti i bisogni dei cittadini. Non solo. Poiché, al momento, il grande fabbisogno energetico e la breve durata della batterie limitano le tecnologie in questo campo, necessitando di sistemi che devono essere continuamente ricaricati, il progetto “Guardian Angels” lavorerà alla realizzazione di un sistema zero-energy, senza batterie, fondato sul concetto di “energy harvesting”, ossia la raccolta autonoma di energia da fonti disponibili nell’ambiente.

Tre famiglie di angeli custodi

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Ce n’è abbastanza per definire il progetto rivoluzionario nella logica dello sviluppo scientifico e tecnologico europeo per il prossimo decennio. È quel che l’UE si aspetta da ciascuno dei 6 programmi selezionati per la fase finale della competizione, al termine della quale solo uno riceverà il generoso finanziamento di un miliardo di euro. “Guardian Angels” vuole rivoluzionare il welfare state del continente, realizzando al contempo passi avanti decisivi nei settori dell’intelligenza artificiale, delle interfaccia uomo-macchina e del risparmio energetico.

Sono previste tre famiglie di dispositivi GA. I primi sono definiti “GA fisici” e il loro compito sarà quello di informarci continuamente sul nostro stato fisico e fisiologico, per fini di prevenzione sanitaria, check-up, riabilitazione e sport. Se lo vogliamo, questi dati potranno poi essere comunicati in totale riservatezza ai nostri medici curanti o ad altri assistenti sanitari umani. Il secondo tipo è quello dei “GA ambientali” che si concentreranno sulla raccolta di informazioni riguardo le condizioni ambientali in cui ci troviamo: non ci daranno solo informazioni sulla qualità dell’aria intorno a noi, ma soprattutto fungeranno da sesto senso, aiutando le persone con disabilità visive guardando il mondo al posto loro. Infine, i “GA emozionali” saranno in grado di percepire le nostre condizioni emotive o affettive, dallo stress alla depressione, fino al calo della nostra soglia d’attenzione, intervenendo in questo caso quando stiamo guidando o stiamo eseguendo altre operazioni che richiedono una costante vigilanza da parte nostra. Ma serviranno anche a prendersi cura delle persone anziane o sole cercando di sollecitare la loro risposta emotiva.

Una società più libera, sicura ed ecologica

Quello che i GA ci permetteranno di fare, nel prossimo futuro, è di diventare più autonomi. Non dovremo più preoccuparci di restare soli in casa quando saremo più vecchi e malati, perché loro veglieranno su di noi e saranno sempre pronti ad avvertire in anticipo chi di dovere nel caso di un peggioramento delle nostre condizioni. Diventeremo più indipendenti da disturbi che limitano la nostra autonomia: come spiegano i promotori del progetto “Guardian Angels”, “un paziente colpito da ictus potrà giocare a scacchi con l’aiuto di una neuroprotesi che, riconoscendo che egli vuole muovere un pezzo e che i suoi occhi stanno guardando il cavallo, compenseranno le sue capacità motorie mancanti in modo da muovere il cavallo”.

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A ciò si aggiunge la componente ecologica. I GA non costeranno in termini di energia necessaria per il loro sostentamento. Non avranno batterie da ricaricare, e ciò li renderà dunque autonomi anche dalla necessità di restare immobili per un certo tempo di ricarica. Per funzionare, raccoglieranno l’energia dal sole, dal movimento, dal calore. I loro circuiti saranno progettati in modo da essere il massimo dell’efficienza dal punto di vista energetico, e molto dipenderà dalle loro ridotte dimensioni. Non c’è bisogno infatti di immaginare i GA come robot umanoidi grossi e goffi: saranno piuttosto costituiti da un insieme di sistemi che potremo confortevolmente portare in tasca, nella borsa o addirittura sottopelle.

Il progetto è già in fase di realizzazione e aspetta solo 1 miliardo di euro per diventare realtà. Se non otterrà questa cifra, proverà comunque a farcela con i propri mezzi, che non sono pochi, soprattutto perché le prospettive di business a lungo termine sono significative. Non c’è da stupirsi che nel consorzio pan-europeo di “Guardian Angels” ci siano enti istituzionali e industrie di tutti i paesi membri dell’UE, tra cui l’Italia. Per il nostro paese collaborano al progetto il Politecnico di Milano, l’Istituto di nanoscienze del CNR e IUNET, il Consorzio nazionale interuniversitario per la nanoelettronica. Mentre tra i partner industriali europei c’è IBM Research, il centro di ricerche della Nestlé, il gruppo Thales, le aziende di elettronica Siemens, Philips e Intel. Come a dire, garanzia di sicuro successo.

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