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Gravidanza e mamme giovani: figli più a rischio disturbo da deficit di attenzione e iperattività

I figli nati da donne molto giovani rischiano di più di sviluppare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, questo è quanto sostengono i ricercatori che hanno analizzato i dati di centinaia di migliaia di donne. Vediamo insieme cosa c’è da sapere sul legame tra questa condizione e l’età delle madri.
A cura di Zeina Ayache
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Le madri molto giovani rischiano di più di mettere al mondo figli con disturbo da deficit di attenzione/iperattività, questo è quanto fanno sapere gli scienziati che hanno analizzato i dati relativi a centinaia di migliaia i donne. Vediamo insieme quali sono le donne che rischiano di più di avere un figlio con ADHD e cos’è.

Gli scienziati hanno analizzato i dati di 220.685 donne inglesi e ne hanno esaminato la correlazione genetica in base a 5 aspetti legati alla riproduzione femminile (età del primo figlio, età del primo rapporto sessuale, età della prima mestruazione, età della menopausa e numero di figli) e sei comuni disturbi psichiatrici (ADHD, autismo, disturbi alimentari, depressione, bipolarismo e schizofrenia) e sono giunti alla conclusione che, per le donne under 20 che mettono al mondo il loro primo figlio, le probabilità che questo sviluppi il disturbo da deficit di attenzione/iperattività sono superiori.

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è un disturbo del neurosviluppo che influisce sulla personalità e che limita la capacità di avere controllo su se stessi. I bambini con ADHD spesso sono distratti, impulsivi e iperattivi, fanno dunque fatica a concentrarsi e a regolare le emozioni.

L’ADHD è una condizione altamente ereditabile, il cui sviluppo è dunque influenzato dalla genetica della madre. Gli esperti spiegano che conoscere le predisposizioni genetiche delle madri, aiuta a prevedere il rischio di sviluppo di ADHD nei figli.

Quanto scoperto è fondamentale perché aiuta le stesse neo mamme giovani ad osservare meglio il comportamento dei figli, così da comprendere il prima possibile eventuali sintomi attribuibili all’ADHD, che è curabile e sulla quale prima si interviene, meglio è.

Lo studio, intitolato “The genetic relationship between female reproductive traits and six psychiatric disorders”, è stato pubblicato su Scientific Reports.

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