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Covid 19

Gli uomini diffondono più particelle di Covid di donne e bambini

Lo hanno scoperto i ricercatori della Colorado State University monitorando la diffusione del coronavirus negli ambienti dello spettacolo.
A cura di Valeria Aiello
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È diventato chiaro, durante la pandemia di Covid-19, che la trasmissione per via aerea delle particelle infettive svolge un ruolo prioritario nel modo in cui il virus si diffonde da una persona all’altra. Le arti dello spettacolo, dalla musica al teatro, sono state tra le più colpite da blocchi e restrizioni, poiché si sospettava che cantare, parlare e suonare strumenti musicali in luoghi affollati potesse esporre sa gli artisti sia il pubblico a un alto rischio di infezione. Questi sospetti sono stati ora confermati in uno studio della Columbia State University che ha misurato la quantità di particelle respiratorie emesse quando si parla o si suonano strumenti.

Cantare è peggio di parlare quando si tratta di particelle emesse? Sì, secondo gli studiosi, che hanno rilevato come più si parli (o si canti) a voce alta, maggiori siano le emissioni. Ma anche l’età di una persona e il suo genere fanno la differenza, influendo sulle emissioni respiratorie. Gli uomini e gli adulti producono più particelle sospese, in media, rispetto a donne e bambini, e tali differenze sono in gran parte determinate dal volume della voce e da quanta anidride carbonica (CO2) viene espirata. In altre parole, un uomo potrebbe produrre più particelle parlando normalmente rispetto a un bambino di 12 anni. Ma un bambino che canta o urla può produrne quanto un uomo o più di lui.

Queste osservazioni sono state importanti, ha affermato l’autore principale dello studio, John Volckens, perché danno credito all’idea di misurare i livelli di anidride carbonica e i livelli di rumore in uno spazio chiuso come mezzo per misurare il rischio di trasmissione. “Se ci fossero differenze significative dopo aver misurato la CO2  tra uomini, donne e bambini, allora dovresti sapere quanti uomini, donne e bambini si trovano in una stanza per stimare i rischi di trasmissione – ha detto Volckens – . I nostri dati suggeriscono che non è necessario saperlo se si misurano solo i livelli di CO 2 e di rumore, perché quelle misure sono un equalizzatore per queste differenze demografiche”.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno determinato la misura in cui cantanti, musicisti e attori emettono aerosol (le minuscole particelle sospese nell’aria di dimensioni inferiori a 100 micron), rilevando che il canto produce il 77% in più di aerosol rispetto al parlare. Gli adulti, in particolare, hanno prodotto il 62% in più di aerosol rispetto ai minori e gli uomini il 34% in più rispetto alle donne.

Non ancora disponibili i dati degli esperimenti relativi alle emissioni di strumenti a fiato, attualmente in attesa di ulteriori analisi dei dati e revisione paritaria. Nel complesso, sono state esaminate le emissioni di 100 persone di età compresa tra 12 e 61 anni, mentre cantavano, parlavano o suonavano strumenti davanti a apparecchiature in grado di misurare le particelle respiratorie prodotte.

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