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Covid 19

Gli uomini calvi hanno un rischio 2,5 volte superiore di Covid grave rispetto a chi ha i capelli

Analizzando le concentrazioni di un biomarcatore associato all’alopecia androgenetica (calvizie) e a un enzima che favorisce l’infezione da coronavirus SARS-Cov-2, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della società Applied Biology, Inc. ha dimostrato che i calvi hanno un rischio sensibilmente superiore di sperimentare sintomi gravi ed essere ricoverati in terapia intensiva per COVID.
A cura di Andrea Centini
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Gli uomini calvi hanno un rischio sensibilmente superiore di sviluppare la forma grave della COVID-19 in caso di infezione da coronavirus SARS-CoV-2, oltre che di essere ricoverati in terapia intensiva. Le probabilità di sintomi severi sono fino a 2,5 volte superiori rispetto a quelle di uomini di pari età ma con una folta chioma. La causa risiede nella condizione biologica/ormonale alla base dell'alopecia androgenetica o calvizie, la principale causa di perdita di capelli negli uomini. Le variazioni del gene del recettore degli androgeni (ormoni sessuali maschili), infatti, oltre a essere alla base dell'alopecia androgenetica, possono influenzare un enzima strettamente coinvolto nel meccanismo che determina l'infezione del patogeno pandemico. In parole semplici, i calvi hanno un profilo genetico più suscettibile a un'infezione grave.

A determinare l'associazione tra calvizie e gravità della COVID-19 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della società di biotecnologie Applied Biology, Inc. di Irvine, California, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Brown University e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Andy Goren, hanno deciso di indagare a fondo su questa relazione dopo aver scoperto che in tre ospedali di Madrid il 79 percento degli uomini ricoverati per COVID-19 soffriva di alopecia androgenetica. Si tratta di una percentuale significativamente superiore di quella attesa per una popolazione di pari età. Poiché precedenti studi avevano associato la calvizie ad altre condizioni come eventi cardiovascolari e diabete, si è voluto capire se potesse esserci un legame anche con l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2.

Per condurre la ricerca il professor Goren e i colleghi hanno analizzato la regione di ripetizione della poliglutamina (chiamata ripetizione CAG) che è presente nel gene del recettore degli androgeni (AR). Nello studio sono stati coinvolti 65 uomini positivi al coronavirus SARS-CoV-2, tutti ricoverati in ospedale a causa dell'infezione. Dalla misurazione delle ripetizioni AR CAG di ciascun partecipante, i ricercatori hanno scoperto che "i pazienti con una ripetizione CAG inferiore a 22 nucleotidi (CAG <22) avevano una probabilità significativamente inferiore di essere ammessi in terapia intensiva rispetto ai pazienti con un conteggio CAG superiore o uguale a 22 nucleotidi (CAG? 22; p = 0,05)”, scrivono in un comunicato stampa. Gli uomini con alti livelli di CAG, associati all'alopecia androgenetica, avevano una probabilità superiore di sperimentare gli esiti peggiori della COVID entro 60 giorni dal ricovero, inoltre avevano trascorso in media 47 giorni in ospedale e il 70,6 percento di essi era stato ricoverato in terapia intensiva. Gli uomini con CAG più bassi avevano invece trascorso una media di 25 giorni in ospedale ed ne è stato ricoverato in terapia intensiva il 45,2 percento.

“I nostri dati mostrano che punteggi AR CAG più elevati sono associati a una malattia COVID-19 più grave e indicano che la lunghezza delle ripetizioni AR CAG potrebbe essere usata come biomarcatore per aiutare a identificare i pazienti COVID maschi più a rischio di ricoveri in terapia intensiva”, ha dichiarato il professor Goren. “L'identificazione di un biomarcatore connesso con il recettore degli androgeni è un altro elemento di prova che evidenzia il ruolo importante degli androgeni nella gravità della malattia COVID-19”, ha aggiunto l'esperto. I dettagli della ricerca sono stati presentati durante il meeting annuale (in forma virtuale) dell'Accademia europea di dermatologia e venerologia (EADV).

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