Gli scienziati non vogliono ‘drogarci’ con l’ossitocina per curare il razzismo (ma sarebbe bello)
Secondo quanto riportato giovedì scorso su Facebook dal ministro dell’Interno Matteo Salvini ci sarebbe un complotto da parte di alcuni scienziati volto a farci inalare ossitocina, una sostanza che indurrebbe le nostre menti a farci “accogliere meglio gli immigrati”. Nel post riporta anche una videata di una pagina del quotidiano La Verità dove possiamo evincere che la gola profonda di questo losco piano sarebbe il dirigente del Cnr Gilberto Corbellini, il quale avrebbe spiegato che in Italia per far fronte al problema della xenofobia e dell’analfabetismo funzionale sarebbe possibile somministrare una cura, verosimilmente a base di ossitocina. Tutto parte da uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’Università di Bonn citato da Corbellini senza far riferimento ad alcun piano di somministrazione alla popolazione.
Lo studio dell’Università di Bonn
Curiosamente nel post di Salvini le affermazioni dello scienziato sono diventate involontariamente una sorta di esperimento sociale, dove diversi commentatori – travisando completamente il senso delle sue affermazioni – dimostrano proprio l'effettiva esistenza di un problema che sussiste in parte della popolazione, dovuto proprio all'analfabetismo funzionale e ad una certa recrudescenza dei sentimenti xenofobi. La ricerca condotta l’anno scorso è stata pubblicata su Pnas ed è leggibile gratuitamente online. Lo scopo era quello di studiare i fattori insiti nei comportamenti altruisti. In un primo esperimento veniva dato ad un gruppo di volontari un budget di 50 euro. Dopo aver letto le storie di 50 casi riguardanti per metà cittadini tedeschi indigenti e per l’altra metà casi di rifugiati extracomunitari, dovevano scegliere a chi destinare delle donazioni, avrebbero avuto la possibilità di scegliere l’ammontare da 0 a 50 euro, con la possibilità di tenere il resto per sé. Alla fine i volontari hanno donato il 20% in più ai rifugiati. Nel secondo esperimento – realizzato in maniera del tutto indipendente rispetto al primo – è stato condotto un test in cui 107 volontari vennero sottoposti ad un questionario per valutare il loro atteggiamento nei confronti dei rifugiati, dopo di ché a metà di loro venne somministrata l’ossitocina, mentre all’altra metà venne somministrato un placebo. Quel che deve essere sfuggito a Salvini è che alla fine l’esperimento ha un esito negativo: stando ai risultati l’ossitocina da sola non sembra influire affatto sull’altruismo, specialmente nei soggetti che avevano già dimostrato attitudini xenofobe. Del resto i sentimenti egoistici e di altruismo sono in parte dovuti a predisposizioni genetiche – anche se poi sono l’ambiente, l’educazione e l’istruzione ricevuta a determinarne l’espressione – oltretutto l’ossitocina è un ormone che il nostro corpo produce naturalmente, in special modo quando ci innamoriamo e nella secrezione del latte materno.
Che Mondo sarebbe senza ossitocina?
Diversi altri studi precedenti si sono concentrati sul modo in cui il gene responsabile della produzione di ossitocina giocasse un ruolo importante nella nostra empatia, ovvero nel modo di comprendere le emozioni altrui. Questo genere di ricerche è molto importante nello studio del trattamento dei pazienti neurodiversi, come gli autistici, i quali possono avere grosse difficoltà ad interpretare gesti ed emozioni altrui, influendo negativamente sulla loro vita sociale. L’ossitocina definito “ormone dell’amore” è anche quello a cui si attribuisce l’istinto materno, ovvero ciò che prepara una donna a diventare madre, predisponendola ad avere cura della salute del suo bambino e in generale di tutti i soggetti che appaiono bisognosi di cure. Va da sé che per i neuroscienziati sarebbe notevolmente interessante scoprire in che modo l’espressione del gene preposto al rilascio di ossitocina (OXT), possa variare a seconda delle influenze ambientali; un conto infatti è l’informazione genetica, un’altra la sua effettiva espressione. L’ossitocina è una delle sostanze che potremmo annoverare tra quelle che hanno permesso la nascita della civiltà e lo sviluppo di società aperte ed evolute. Non dovrebbe essere considerata alla stregua di un veleno e da sola non basta, come abbiamo visto nello studio di Bonn. Contrariamente a quanto potrebbe pensare il ministro dell’Interno non sarebbe possibile trasformare un cittadino xenofobo in altruista con un inalatore o una pillola, anche se non è ben chiaro quale sarebbe il problema.