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Gli ingredienti della vita sulla cometa di Rosetta

Allora è ormai innegabile che la vita sulla Terra provenga da questi oggetti?
A cura di Nadia Vitali
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La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko
La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

Secondo gli scienziati, rappresentano gli ingredienti determinanti per l'origine della vita sulla Terra; e sono stati individuati sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dalla missione Rosetta che, ormai da quasi due anni, osserva l'oggetto da un punto di vista privilegiato. Uno studio recente ha preso in esame le misurazioni effettuate prima che la cometa raggiungesse il perielio, ossia il punto di massimo avvicinamento al Sole, nell'agosto del 2015: la prima volta nell'ottobre del 2014, quando Rosetta si trovava a 10 chilometri dalla cometa, la seconda nel marzo del 2015, durante un sorvolo ravvicinato in cui la sonda si venne a trovare a 15-30 chilometri dal nucleo dell'oggetto.

I mattoni della vita venuti dallo spazio

Si tratta dell'amminoacido glicina, che è molto comune nelle proteine, e del fosforo, componente chiave del DNA e delle membrane cellulari: sono i due mattoni della vita che – è la possibilità alla quale gli scienziati guardano ormai da tempo con grande interesse – sono stati portati da asteroidi e comete sulla giovane Terra, dopo il periodo di raffreddamento seguito alla sua formazione, generando così le condizioni ideali per la nascita della vita.

Di alcune comete ed asteroidi si sapeva già che la composizione della loro acqua era simile a quella degli oceani terrestri: Rosetta, però, aveva riscontrato significative differenze nella 67P/Churyumov-Gerasimenko, alimentando ulteriormente il dibattito sul ruolo di questi oggetti nella genesi dell'acqua presente sul nostro pianeta. Il nuovo studio, però, sembrerebbe confermare ancora una volta il potenziale delle comete nel recapitare gli ingredienti fondamentali delle vita così come la conosciamo.

Una prova inequivocabile

Kathrin Altwegg, è il principal investigator dello strumento ROSINA che ha effettuato le misurazioni nonché l'autrice principale dello studio pubblicato da Science Advances: è lei a spiegare che si tratta della prima, inequivocabile rilevazione di glicina in una cometa, sottolineando come, allo stesso tempo, sia stato possibile anche rilevare la presenza di altre molecole organiche, possibili precursori della glicina stessa.

La stessa Altwegg ha specificato che la glicina è il solo amminoacido noto per essere in grado di formarsi senza acqua liquida: ciò implica che la sua presenza assieme alle molecole precursori e alla polvere potrebbe suggerire che si sia formata «all'interno di grani ghiacciati di polvere stellare o dall'irradiazione del ghiaccio da parte di luce ultravioletta, per poi venire conservata per miliardi di anni nella cometa».

Punti oscuri nella remota storia terrestre

Naturalmente, alcune incertezze permangono: non si sa molto su quale potesse essere la chimica sulla Terra primordiale e c'è anche un notevole gap da colmare tra gli impatti e l'effettivo nascere della vita. Fortunatamente, però, le comete non hanno avuto modo di cambiare negli ultimi quattro miliardi e mezzo di anni e, quindi, continuano a costituire un'essenziale riserva di dati.

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