Gli Etruschi sono sempre rimasti in Toscana
Il dibattito relativo all'origine geografica degli etruschi è antico almeno quanto la loro stessa civiltà: già tra gli storici greci c’era disaccordo e, in tempi più recenti, tale alone di mistero ha contribuito ad alimentare il mito di una popolazione probabilmente “venuta da terre lontanissime”, portando con sé i propri usi e le proprie tradizioni, a tratti così diverse da quelle che conosciamo delle altre genti con cui condivisero luoghi e tempi.
Erodoto, nel V secolo a. C., scriveva che gli etruschi provenivano dalla Lidia (la regione storica corrispondente all'Asia Minore occidentale); una tesi che avrebbe trovato un certo riscontro negli studi linguistici condotti nel secolo scorso che, inoltre, individuarono nella lingua sarda importanti affinità, tali da far pensare ad un’origine comune. Secondo questa ipotesi, dunque, un’ondata migratoria avvenuta in tempi remoti (almeno attorno al XIII secolo a. C.) avrebbe generato prima la civiltà Nuragica in Sardegna e, in una fase successiva a partire dal IX secolo a. C., un successivo spostamento nel Tirreno avrebbe visto nascere lungo le coste dell’Italia tirrenica gli Etruschi; anche questi dati avrebbero diverse corrispondenze nella letteratura (in particolare in Plutarco) ma, in ogni caso, non sono mai stati sufficienti a porre la parola fine sulla controversia.
Dionigi di Alicarnasso, invece, nel I secolo a. C. sosteneva l'ipotesi dell'origine autoctona: ed è proprio questa teoria che troverebbe conferma nell'ultimo studio sull'argomento pubblicato da PLOS ONE, coordinato da Guido Barbujani, docente di genetica dell'Università di Ferrara e David Caramelli, antropologo dell'Università di Firenze, in collaborazione con l'Istituto di tecnologie biomediche del CNR a Milano. Grazie ad un approccio multidisciplinare, indispensabile quando si indaga su fonti mute e distanti nel tempo, e ricorrendo alle tecniche di sequenziamento di ultima generazione, i ricercatori sono riusciti a leggere del DNA la storia più remota ma anche più recente della civiltà: è stato così possibile individuare un legame genealogico tra gli attuali e gli antichi abitanti della Toscana, la regione italiana corrispondente all'Etruria (in verità, l'area d'influenza etrusca si estendeva verso Umbria e Lazio Settentrionale, con propaggini anche verso il nord).
Comparando sequenze di DNA antico (appartenenti a 30 Etruschi e a 27 individui vissuti nel medioevo) e moderno (370 toscani) gli studiosi hanno infatti dimostrato come gli Etruschi possano essere considerati antenati diretti, con un grado relativamente elevato di vicinanza genetica, degli attuali abitanti di Volterra e del Casentino, vallata situata nella provincia di Arezzo; tale dato non può essere esteso, però, a tutta la popolazione della Toscana. Le analisi sono state condotte, in una fase successiva, anche su diversi soggetti appartenenti a popolazioni del bacino del Mediterraneo, consentendo così ai ricercatori di giungere ad una ulteriore (e forse fondamentale) conclusione: gli Etruschi non avevano origine orientale.
Nel loro patrimonio genetico, infatti, è possibile riscontrare come siano esistiti flussi migratori tra Anatolia ed Italia ma tali spostamenti andrebbero collocati, almeno, intorno a 5000 anni fa, suggerendo con una certa evidenza che la civiltà etrusca sarebbe fiorita autonomamente, quando ormai era stabile sul territorio italiano, e non come una conseguenza diretta dello spostamento. Difficile stabilire se qualcosa, di quegli antichissimi movimenti attraverso il Mediterraneo, sopravvisse in racconti e leggende e se proprio su questi si basarono le osservazioni di Erodoto che voleva gli Etruschi originari proprio della Lidia: ma, del resto, le nebbie che accompagnano da secoli la storia di questa antica civiltà non possono essere dissolte in un colpo solo.