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Gli assurdi modi in cui chiamiamo i colori in giro per il mondo

Non tutti i paesi hanno un modo univoco per indicare i colori, tanto che alcuni termini, come il nostro celeste, a volte non sono nemmeno contemplati. Ecco alcuni degli aspetti più curiosi ed interessanti sul lessico dei colori.
A cura di Andrea Centini
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colori

I tre termini komorebi (giapponese), gokotta (svedese) e gattara (italiano) hanno in comune un dettaglio affascinante: non hanno un omologo nelle altre lingue e sono di conseguenza intraducibili. Il primo descrive i raggi di sole che filtrano tra i rami di un bosco; il secondo lo svegliarsi appositamente per ascoltare il canto degli uccelli all'alba, mentre il terzo, beh, noi lo conosciamo bene, indica una signora di una certa età che accudisce un considerevole numero di gatti. E se vi dicessimo che una situazione simile esiste anche per i colori?

celeste
Il nostro celeste

Osservate l'immagine qui sopra. Cosa vi suggerisce? Noi italiani siamo fortunati perché quel colore lo possiamo indicare con un generico ‘celeste', i giapponesi pure perché hanno il cosiddetto ‘Mizu', tuttavia gli americani si lancerebbero in un poco preciso – almeno per noi – “Sky blue”, blu cielo, proprio perché per loro il celeste è soltanto una semplice tonalità di blu, e non un vero e proprio colore di base o BTC (Basic Color Terms) come lo è per noi. Del resto, a posizione invertite, gli amici d'Oltreoceano storcerebbero il naso innanzi al nostro ‘rosso porpora', che loro sono abituati ad indicare con l'elegante magenta, termine che dalle nostre parti abbiamo iniziato ad adottare soprattutto da quando si cambiano le cartucce alle stampanti.

Un fiore magenta: foto di Nile https://pixabay.com/it/fiore-primavera-estate-gerbera-631765/
Un fiore magenta: foto di Nile

Ci sono colori di base che tutte le culture indicano in maniera identica e diretta, a partire dal bianco e dal nero, seguiti dal rosso e dal giallo, ma già col blu e col verde si inizia a fare ‘confusione' in base alle diverse latitudini. Esistono addirittura delle cosiddette ‘lingue grue' (dalla fusione di green e blue), dove i due colori vengono identificati con lo stesso termine. In Galles, ad esempio, il termine ‘glas' identifica tutte le tonalità del verde, blu compreso. Secondo i ricercatori la maggior parte dei popoli con tale caratteristica culturale vive o in montagna o nei pressi dell'equatore, dove l'intensità superiore dei raggi UV ingiallisce l'occhio e determina una maggiore difficoltà a inquadrare le differenze tra questi colori.

Grue - immagine di Tom Scott https://www.youtube.com/watch?v=2TtnD4jmCDQ
Grue – immagine di Tom Scott

Il lessico dei colori è tuttavia in continua fluttuazione e lo suggerisce proprio il giapponese Mizu, che sino a una trentina di anni fa non era percepito come colore di base dal popolo nipponico. La variazione lessicale è stata scoperta da ricercatori delle università di Tohoku e dell'Ohio, che hanno sottoposto un test a 57 madrelingua giapponesi. I partecipanti dovevano descrivere i colori presenti su apposite tabelle, senza utilizzare termini come chiaro o scuro (ad esempio blu scuro o marrone chiaro); dai risultati è emerso che Mizu è stato utilizzato nella maggior parte dei casi per indicare un celeste, a differenza di quanto avvenuto in un test analogo effettuato nel 1987, quando esso era considerato una tonalità dell'azzurro. La ricerca suggerisce che in trenta anni il termine Mizu si è imposto per indicare un vero e proprio colore di base. “In Giappone, Mizu è diverso dal blu allo stesso modo in cui lo è il verde dal blu”, ha sottolineato Angela Brown, coautrice dello studio pubblicato sul Journal of Vision. Sebbene il lessico dei colori sia in continuo mutamento, esiste una tribù dell'Amazzonia che non possiede termini per indicare i colori, ma utilizza le perifrasi: il rosso, ad esempio, diventa un “somiglia al sangue”, mentre il blu un “somiglia al cielo”.

Immagine di Università dell'Ohio http://jov.arvojournals.org/article.aspx?articleid=2608579
Tabella dei colori: Università dell'Ohio

[Immagine di AlexanderStein]

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