Gli aborigeni australiani sono gli uomini più antichi, lo dice il DNA
Gli aborigeni australiani sarebbero i discendenti diretti dei primi uomini che partirono dall'Africa per "colonizzare" nuove terre, alla conquista di un pianeta allora sconosciuto; settantacinquemila anni fa, questi primitivi avventurieri, armati solo del proprio spirito di sopravvivenza, o forse oggi diremmo coraggio, partirono alla volta dell'Asia, ne esplorarono per primi i territori misteriosi, passarono per il subcontinente indiano, muovendo infine verso l'Australia, in un viaggio attraverso il mare che certamente richiese abilità tecniche di un livello già sufficientemente avanzato.
Un viaggio durato approssimativamente 20 000 anni, durante i quali i primi esploratori entrarono in contatto con l'uomo di Neanderthal ma anche con il denisoviano, grande enigma degli antropologi da qualche anno a questa parte: la scoperta dei resti di un ominide nella grotta di Denisova, presso i monti Altai in Siberia, vissuto all'incirca 40 000 anni fa, aveva infatti fatto supporre che la storia dell'umanità preistorica avesse ancora tantissimi capitoli oscuri, in cui nuove specie di homo andavano prese in considerazione.
Partendo da una ciocca di capelli che un uomo aborigeno della regione occidentale australiana di Goldfields donò ad un antropologo britannico all'inizio del XX secolo, è stato possibile isolare un DNA che è risultato essere privo di qualunque ibridazione con l'australiano moderno di origine europea, ricostruendo in questo modo la storia genetica dei primi aborigeni australiani, che si sono separati dai capostipiti delle altre popolazioni dell'umanità in un arco di tempo compreso tra 75 000 e 62 000 anni fa.
Essi possono, dunque, vantare la più lunga associazione con il proprio territorio, se si considera che mentre i loro antenati prendevano il largo verso quella che avrebbero scelto come terra per i secoli a venire, i progenitori dei moderni europei ed asiatici si muovevano ancora in Africa ed in Medio Oriente. Fu questa, dunque, la prima separazione di un gruppo di sapiens che generò una differenziazione tra le etnie.
Attraverso lo studio del DNA di diversi individui appartenenti a popolazioni aborigene dell'Australia, della Papua Nuova Guinea e delle Filippine, è stato possibile riscontrare la presenza di materiale genetico appartenete all'uomo di Denisova che, quindi, sarebbe entrato in contatto e si sarebbe riprodotto con l'homo sapiens: tutto questo, prima della seconda ondata migratoria, i cui discendenti non portano alcuna sua traccia nel patrimonio genetico. Il complicato rompicapo dell'evoluzione e degli spostamenti della nostra specie sembra essersi chiarito in un altro punto.