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Giornata nazionale dell’Epilessia: dal 5 maggio “Facciamo luce”

In diverse piazze d’Italia si organizzano eventi per fornire pubblicamente una corretta informazione sul tema. L’evento si preannuncia positivo grazie alla recente pubblicazione di una ricerca su una macchina capace di ‘predire’ l’arrivo della crisi epilettica.
A cura di Redazione Scienze
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Domenica 5 maggio si celebra la Giornata Nazionale dell'Epilessia indetta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per la prima domenica del mese di maggio. Obiettivo della ricorrenza non è soltanto la sensibilizzazione verso i problemi causati dalla malattia, ma anche quello di spazzare via i pregiudizi di cui sono vittime gli epilettici. Non a caso il tema di quest'anno titola l'evento "Facciamo luce sull'epilessia". Si calcola che in Italia i soggetti interessati siano circa mezzo milione. L'incidenza è di 8,23 epilettici su 1000 in Europa, 3,66 nel Pacifico, 9,4 nel Mediterraneo dell'Est, 9,97 nel Sud Est dell'Asia, 11,29 in Africa e 12,59 nelle Americhe (Fonte Wikipedia)

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L'epilessia viene definita "condizione neurologica" cronica o temporanea che causa scariche elettriche di neuroni che all'esterno si esprimono in convulsioni ("crisi epilettiche") di diversa intensità. Sebbene si tenda a parlare di "crisi epilettiche" per descrivere convulsioni di diversa origine, bisogna ammettere che lo stesso termine indica una malattia che si può palesare in diversi modi (talora anche irriconoscibili all'osservatore e al diretto interessato) e può avere diverse cause: genetiche, traumatiche e di sviluppo. In alcune comunità tradizionali e nello stesso Occidente pre-moderno ai soggetti epilettici venivano attribuiti significati sovrannaturali, tanto che l'epilessia è stata considerata un segno di stregoneria o, in chiave positiva, espressione di poteri sciamanici. Ad oggi, almeno in Occidente, queste credenze sono pressoché scomparse, ma preesistono altri pregiudizi che eventi come la Giornata Nazionale dell'Epilessia (o quella europea organizzata l'11 febbraio) contribuiscono a dissipare. Tra questi, ad esempio, la credenza secondo cui l'epilessia comporterebbe un ritardo nell'apprendimento, generalizzando una relazione che riguarda solo pochi casi specifici più gravi. Nelle diverse piazze italiane saranno dunque allestiti dei banchetti in cui personale qualificato risponderà alle domande dei presenti e distribuirà materiale informativo.

La buona notizia di questi giorni, guarda caso, è lo studio di una nuova tecnologia che potrebbe prevedere gli attacchi epilettici. Come noto questa condizione viene curata attraverso appositi farmaci o trattamenti chirurgici nel caso di forme secondarie. Tuttavia, benché in molti casi sia sufficiente l'assunzione di farmaci per non registrare ulteriori crisi, è possibile che la cura farmacologia riduca soltanto il numero e l'intensità degli eventi parossistici. Lo studio è stato condotta in tre ospedali australiani con sperimentazioni su 15 pazienti monitorati per quattro mesi attraverso un apparecchio che ha memorizzato alcune reazioni celebrali prima degli attacchi. Successivamente utilizzato per prevenire gli attacchi, si è notato che questa tecnologia riusciva a prevenire dal 56 al 100% delle crisi. Mark Cook, della University of Melbourne, ha così sintetizzato:

Questo potrebbe cambiare il modo in cui la malattia viene trattata. Per esempio, la nostra attuale strategia di dare farmaci continuamente a causa del verificarsi di eventi imprevedibili potrebbe alterare i tipi di farmaci in via di sviluppo.

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