Gigantesco pitone birmano catturato e ucciso dai ricercatori: era lungo più di 5 metri
I ricercatori della Riserva nazionale “Big Cypress” sita nella Florida meridionale hanno catturato e ucciso una gigantesca femmina di pitone birmano (Python bivittatus) lunga più di 5 metri, pesante 63,5 chilogrammi e con 73 uova in via di sviluppo nel corpo. Si tratta del più grande esemplare rinvenuto in questa area protetta di 3mila chilometri quadrati, che si trova a circa 70 chilometri da Miami e confina con il più famoso Parco nazionale delle Everglades. L'annuncio della cattura e dell'uccisione dell'enorme rettile è stato dato sulla pagina ufficiale del parco, corredato da una foto con i sorridenti protagonisti dell'impresa.
Sacrificio. Ma perché quattro ricercatori dovrebbero posare soddisfatti con in braccio la carcassa di un animale così maestoso? Il motivo risiede nel fatto che i pitoni birmani, originari del Sud-Est asiatico, sono annoverati tra le specie più invasive in assoluto, e sono capaci di devastare – letteralmente – un intero ecosistema. Per fare un esempio pratico, nel parco delle Everglades, come indicato dagli scienziati dello United States Geological Survey (USGS), i pitoni birmani sono stati responsabili della scomparsa del 99,3 percento dei procioni; dell'87,5 percento delle linci rosse (Lynx rufus) – i cosiddetti “bobcat” – e del 98,9 percento degli opossum. I conigli dalla coda di cotone o silvilaghi, le volpi e i conigli di palude sono invece stati completamente annientati. A rendere ancor più agghiacciante l'impatto di questi serpenti, il fatto che tale ecatombe è stata registrata in soli 5 anni, tra il 1997 e il 2012.
Serpenti invasori. Ma che ci fanno questi enormi pitoni birmani nella Florida del sud? I primi serpenti, perfettamente adattatisi al clima e alle condizioni americane, furono osservati nelle Everglades a partire dagli anni '80, probabilmente rilasciati da cittadini privati stanchi di mantenerli nei propri terrari. La popolazione ha avuto tuttavia un vero e proprio boom a partire dal 1992, quando a causa del devastante uragano Andrew furono distrutti diversi edifici che ospitavano animali esotici, tra i quali numerosissimi serpenti birmani. Dal 2000 è stato confermato che la specie ha iniziato a riprodursi e a colonizzare il territorio delle Everglades. Da quel momento sono state avviate intense misure di eradicazione, oltre che bandi per la specie; i privati sono invitati a uccidere i serpenti che trovano nei propri terreni e a partecipare a vere e proprie battute di caccia nei parchi. Ecco perché i ricercatori sono stati fotografati festanti e sorridenti con la carcassa del povero serpente, che tuttavia non faceva altro che seguire il proprio istinto naturale. Per catturare le grandi femmine riproduttrici come quella appena uccisa i ricercatori hanno piazzato dei radiocollari ai maschi, che vengono utilizzati come vere e proprie esche.