Giapponesi uccidono 50 balene in un’area marina protetta con la scusa degli scopi scientifici

Le baleniere giapponesi hanno arpionato e ucciso oltre 50 balenottere minori antartiche (Balaenoptera bonaerensis) nell'Area Marina Protetta (MPA) del Mar di Ross, nell'Oceano Antartico. La strage, come tutte le altre perpetrate ai danni dei grandi cetacei misticeti dai cacciatori nipponici, è stata giustificata con l'assurda scusa della ricerca scientifica, considerata ridicola da tutta la comunità scientifica. Ad annunciare la mattanza è stato il WWF, che ha presentato un rapporto in occasione del giorno di apertura del meeting annuale della IWC (International Whaling Commission), la Commissione internazionale per la caccia alle balene riunitasi a Florianopolis, in Brasile.
La zona violata dai giapponesi, che si estende per 1,55 milioni di chilometri quadrati, fa parte del vasto Santuario dell'Oceano Meridionale, un'area marina talmente delicata che la Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell'Antartico (CCAMLR) vi ha vietato o fortemente limitato la caccia e la pesca. Qui, oltre ai grandi cetacei misticeti come la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), la megattera (Megaptera novaeangliae) e le balenottere minori, vengono protette anche le orche (Orcinus orca), gli affascinanti pinguini imperatori (Aptenodytes forsteri), le foche di Weddell (Leptonychotes weddellii) e numerose specie di pesci e invertebrati. I pescherecci non possono nemmeno catturare il krill antartico, i ‘gamberetti' di cui si nutrono principalmente i grandi cetacei, eppure i giapponesi sono entrati e hanno compiuto il consueto, disgustoso massacro, che ha coinvolto una specie in procinto di essere minacciata di estinzione (codice NT nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).

Il WWF, che ha scoperto il massacro dall'analisi di un documento, ha richiesto alla IWC e alla CCAMLR di impedire immediatamente alle baleniere giapponesi di accedere al Mar di Ross. Tuttavia, anche se i due enti dovessero approvare la richiesta, sussiste un problema di fondo da non sottovalutare. I cacciatori di cetacei del ‘Sol Levante', infatti, operano già in aperto contrasto con la legge internazionale, dato che il 31 marzo del 2014 la Corte di giustiza dell'Aja sentenziò che devono essere revocati tutti i permessi per la caccia ai cetacei per ‘scopi scientifici'.
A rendere ancor più intricata la situazione, il fatto che il Giappone presenterà alla IWC i dati delle sue ultime mattanze – come quella di 333 balenottere minori all'inizio dell'anno, di cui 122 femmine incinte – proprio per sostenere che le popolazioni di cetacei sono ‘in buona salute' e che dunque possono essere uccise per il consumo umano, ciò che a loro interessa realmente. Articoli scientifici su queste barbarie del resto non ne escono. Per studiare questi splendidi animali, come sottolineato da tutti i cetologi del mondo, non è necessario ucciderli.