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Gemelli di Eta Carinae in altre galassie

I telescopi Hubble e Spitzer hanno individuato degli oggetti molto simili alla stella binaria più luminosa nel raggio di 10.000 anni luce da noi.
A cura di Nadia Vitali
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Credits: NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team
Credits: NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team

Eta Carinae è un sistema stellare – il più luminoso nell'arco di 10.000 anni luce da noi – conosciuto soprattutto per l'enorme eruzione che, alla metà del XIX secolo, ne fece uno degli oggetti più luminosi del cielo australe quando scagliò nello spazio una quantità di materia pari a dieci volte la massa solare. Questo alone di gas e polveri, ancora in espansione attorno ad Eta Carinae, ne fa il solo corpo celeste di questo tipo nella nostra galassia; adesso alcuni ricercatori, riguardando i dati raccolti dai telescopi spaziali Spitzer e Hubble, hanno scoperto che in altre galassie esistono ben cinque oggetti che hanno le medesime proprietà.

Due stelle in una

Collocata a circa 7.600 anni luce di distanza da noi, nella costellazione meridionale della Carena, Eta Carinae è più luminosa del nostro Sole di ben cinque milioni di volte; consiste in un sistema binario di due stelle massicce dall'orbita molto stretta, di 5,5 anni. Gli astronomi stimano che la più massiccia delle due dovrebbe avere una massa pari a 90 volte quella solare, mentre la compagna più piccola dovrebbe essere più grande di circa 30 volte rispetto alla nostra stella.

Un oggetto raro

Gli astronomi guardano ad essa come ad un laboratorio per studiare oggetti stellari dalla massa così elevata, in particolare in riferimento all'eruzione negli anni 1840: per comprendere quale fosse l'origine di questo fenomeno, e quali le eventuali conseguenze sull'evoluzione delle stelle massicce, gli astronomi necessitavano però di ulteriori esempi. Esempi difficile da trovare, a quanto pare, dato che nulla sembrava somigliare ad Eta Carinae.

«Sapevamo che ce ne erano altre lì fuori. Ma il vero problema era comprendere cosa cercare ed essere perseveranti» ha spiegato Krzysztof Stanek, professore di astronomia presso la Ohio State University di Columbus e co-autore dello studio. Così gli scienziati, guidati da Rubab Khan del Goddard Space Flight Center di Greenbelt, hanno sviluppato un particolare tipo di tecnica per identificare oggetti simili a Eta Carinae, combinando le emissioni nella luce visibile e nell'ultravioletto; questo ha consentito di determinare le quantità di polveri e compararle con quelle presenti attorno ad Eta Carinae.

Nella galassia a spirale M81

Una ricognizione iniziale effettuata in sette diverse galassie, con dati raccolti tra il 2012 e il 2014, non ha portato ad alcun risultato relativamente all'identificazione di gemelli di Eta. In ogni caso ha consentito di identificare una classe di stelle meno luminose e meno massicce che, oltre ad essere di interesse scientifico, hanno dimostrato che la ricerca con questo metodo consente di accedere ad una elevata sensibilità.

La galassia M83 e lo zoom sui gemelli di Eta Carinae Credits: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA) and R. Khan (GSFC and ORAU)
La galassia M83 e lo zoom sui gemelli di Eta Carinae Credits: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA) and R. Khan (GSFC and ORAU)

La ricognizione del 2015, però, ha consentito di scovare due candidati nella galassia M83, collocata a circa 15 milioni di anni luce da noi e nota anche come Girandola del Sud; i ricercatori hanno inoltre scovato tre ulteriori oggetti rispettivamente nelle galassie NGC 6946, M101 e M51, cioè a distanze comprese tra i 18 e i 26 milioni di anni luce da noi. Complessivamente, questi cinque oggetti presentano caratteristiche simili: imitano le proprietà ottiche ed infrarosse di Eta Carinae e questo potrebbe indicare che ciascuna contiene una stella dalla massa molto elevata, sepolta da una nube di gas e polveri pari a cinque/dieci volte la massa del Sole.

I risultati sono stati pubblicati da The Astrophysical Journal Letters.

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