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Covid 19

Garattini: “La variante Delta è una minaccia, servono prudenza e vaccini”

Il farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri a Fanpage.it: “Bisogna continuare a fare attenzione e non pensare che tutto sia finito. Sappiamo che questa variante può diffondersi rapidamente, e anche l’idea di togliere la mascherina all’aperto va considerata con cautela. Il mix eterologo? Non conosciamo i possibili effetti tossici”.
Intervista a Silvio Garattini
farmacolo, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di Milano.
A cura di Valeria Aiello
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Dobbiamo continuare a fare attenzione e non pensare che tutto sia finito”. Così il professore Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, mette in guardia dalla variante Delta e dai segnali “troppo tranquillizzanti” di questi ultimi giorni. “Sappiamo – dice a Fanpage.itche si può diffondere rapidamente, lo abbiamo visto nel Regno Unito, dove volevano liberalizzare tutto, ma in realtà sono ancora molto attenti”. Oltremanica, l’ex variante indiana costituisce ormai il 96% dei casi, e l’aumento esponenziale dei contagi, ha portato il governo di Boris Johnson a rinviare le riaperture.

Ci dobbiamo preoccupare anche in Italia?

La variante Delta può rappresentare una minaccia anche se, fortunatamente, noi siamo in una fase di lento ma continuo miglioramento, per cui bisognerà vedere come questa variante, che è già presente in alcune parti d’Italia, si diffonderà. C’è questa incognita, ma sapere che circola in Paesi come l’Inghilterra e anche in Portogallo non è proprio lo scenario migliore.

È destinata a diventare dominante?

Ha delle caratteristiche di maggiore attecchimento, con una percentuale di contagiosità maggiore, per cui tende ad avere il sopravvento e si diffonde più facilmente della precedente variante virale.

I vaccini ci proteggono da questa variante?

Da quanto si è visto in Inghilterra, ci proteggono quando la vaccinazione è piena, cioè dopo il richiamo nel caso dei vaccini a due dosi. Tanto che in Inghilterra stanno accelerando la somministrazione dei richiami che avevano dilazionato per cercare di coprire il maggior numero di persone con almeno una dose, proprio perché sono le due dosi a proteggere più della singola iniezione.

E nel caso di un vaccino diverso per la seconda dose? Quanto è efficace il mix eterologo?

I dati disponibili sono di due tipi: ci sono un po’ di dati sul campo, che sono stati ottenuti in Germania e in altri Paesi. E poi ci sono dati di uno studio che è stato fatto in Spagna che riguarda in totale circa 600 persone. In questi casi si è visto sostanzialmente che il mix dà una protezione che è uguale o addirittura superiore a quella delle due dosi dello stesso vaccino.

Il professore Silvio Garattini
Il professore Silvio Garattini

Cosa sappiamo invece della sicurezza del mix?

I dati disponibili sono ancora su un piccolo numero di persone, per cui non abbiamo un’idea dell’eventuale presenza di effetti collaterali. Può darsi che siano assolutamente comparabili a quelli di due dosi dello stesso vaccino, ma ci vorranno molti dati prima di sapere con esattezza qual è la tossicità di questo mix.

Si riferisce agli eventi avversi più rari?

Sì, sulla base di questi dati, che sono relativamente pochi ma indicativi, sappiamo che l’efficacia c’è, ma su grandi numeri non conosciamo i possibili effetti tossici del mix eterologo.

Giusto lasciare libertà di scelta?

Se la possibilità di scegliere aumenta le vaccinazioni, dal punto di vista pragmatico è utile, perché l’obiettivo è vaccinare tutti il più presto possibile, per diminuire la circolazione virale. È anche vero che la gente è molto confusa, e di questo bisogna tenerne conto. Ci sono stati tanti annunci diversi e poche spiegazioni, servirebbe che dietro ad ogni annuncio ci fosse anche un’adeguata comunicazione a sostegno.

Ci sono molte persone che temono il mix e tante altre che hanno paura della seconda dose di Astrazeneca. Sono paure immotivate?

Sono paure in parte ingiustificate, perché i vaccini hanno un fattore di rischio bassissimo rispetto a tante cose che facciamo tutti i giorni senza nemmeno pensarci. Ad esempio, andare in giro in automobile è molto più pericoloso rispetto alla seconda dose… C’è gente che fuma e poi si preoccupa per il vaccino.

Quegli effetti collaterali gravi che si temono, avvengono in meno di un caso per centomila dosi, un qualcosa che non vediamo per nessun altro farmaco. Volendo fare un confronto, basta dire che l’aspirina, in un caso su mille, dà luogo a emorragie gastrointestinali. Però le persone non si preoccupano di prendere l’aspirina ma hanno paura del vaccino perché, evidentemente, non hanno informazioni adeguate.

Tornando alla variante Delta, quanto dobbiamo preoccuparci?

Io sarei molto prudente ed eviterei di dare dei segnali troppo tranquillizzanti. Anche questa idea di togliere la mascherina all’aperto va benissimo quando si è da soli oppure si è insieme a poche persone che sono vaccinate. Ma gli affollamenti che abbiamo visto negli ultimi giorni, di gente senza mascherina, non sono quello che va bene per proteggerci. Bisogna continuare ad essere prudenti e non pensare che tutto sia finito. Serve insomma essere un po’ più cauti, perché si fa presto a ricadere.

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