Gaia è quasi pronta per la sua missione
Cinque lunghi anni a disposizione per uno dei progetti più ambiziosi mai messi in campo dall'Agenzia Spaziale Europea: realizzare una mappatura in tre dimensioni della nostra intera Galassia, raccogliendo nuovi dati che potrebbero rivoluzionare le conoscenze scientifiche relative alla Via Lattea, ai suoi processi in atto, alla nascita e alla formazione e alla sua possibile evoluzione.
Tutto questo è Gaia, la sonda dell'ESA, in viaggio verso la sua meta dalla quale godrà di un "panorama" privilegiato" e di una zona tranquilla per osservare un miliardo e più di oggetti celesti facenti parte della nostra Galassia. Tra circa una settimana, infatti, andrà a posizionarsi presso il secondo punto di Lagrange, o L2, a oltre un milione e mezzo di chilometri da noi: così chiamato in onore dell'astronomo e matematico italiano Joseph-Louis Lagrange (il nome tradotto in francese deriva dalla sua lunga attività scientifica a Parigi, città in cui morì) che lo calcolò nel ‘700, si colloca idealmente della direzione opposta a quella del Sole e costituisce un punto di equilibrio rispetto alle diverse forze gravitazionali del sistema Terra-Sole. Poiché ruota assieme alla Terra nel suo moto attorno al Sole, consente una osservazione totale e continuativa nell'arco dell'intero anno solare, mettendo al riparo da possibili oscuramenti e disturbi provenienti da Terra, Sole e Luna: non a caso L2 è già servito come "alloggio" per la missione Planck Surveyor (da maggio 2009 a ottobre 2013) e per l'Herschel Space Observatory (da maggio 2009 ad aprile 2013) ed accoglierà nel 2018 il Telescopio Spaziale James Webb, il successore designato di Hubble.
Partita il 19 dicembre scorso alle ore 06:12 (10:12 per l'orario italiano) dalla base di Kourou, nella Guiana francese, a bordo del lanciatore Soyuz, Gaia è destinata ad un paziente lavoro di censimento che consentirà la catalogazione di un numero di oggetti straordinariamente elevato che, tuttavia, va detto che costituisce soltanto una parte delle immensità della Via Lattea che, secondo le stime degli scienziati, potrebbe arrivare ad essere costituita da oltre il doppio degli oggetti che "fotograferà" Gaia. La sonda non si accontenterà di catturare degli "scatti" istantanei poiché nell'osservare la popolazione stellare raccoglierà informazioni da ciascuna sorgente fino a quasi settanta volte, aiutando così a raggiungere l'obiettivo di una precisione e di una accuratezza mai raggiunte prima d'ora. Ma le Stelle sono soltanto uno degli aspetti che finirà sotto l'occhio scrutatore di Gaia: saranno infatti raccolti dati relativi agli asteroidi, individuando eventualmente quelli che potrebbero costituire un pericolo per noi, si scandaglieranno le origini del nostro Sistema Solare, si andrà a caccia di Pianeti in orbita attorno ad altre Stelle; inoltre l'attenzione della sonda si appunterà anche su altri oggetti celesti come nane brune, supernovae e quasar.
Alla fine ne verrà fuori una sorprendente quantità di dati e la più vasta mappa celeste stereoscopica mai realizzata fino ad ora: il tutto con grande orgoglio per l'Agenzia Spaziale Europea che si è occupata completamente dell'organizzazione della missione e della messa a punto della raffinata strumentazione necessaria, avvalendosi inoltre di un importante contributo italiano. Saranno infatti otto gli istituti e gli osservatori disseminati lungo la penisola collegati all'Istituto Nazionale di Astrofisica che parteciperanno alla missione, assieme all'ASI Data Center: tutti impegnati in uno sforzo congiunto che consente ancora una volta all'umanità di andare molto oltre i propri limiti inseguendo il più grande e nobili dei desideri di tutte le epoche, la conoscenza.