FuturICT: simulare il mondo per prevedere le prossime crisi
Sei grandi progetti con l’obiettivo di andare oltre gli attuali confini della conoscenza. Sono stati scelti dall’Unione europea ed entro la fine dell’anno uno o due di essi riceveranno un finanziamento di 1 miliardo di euro per un decennio. Ve li raccontiamo qui su Fanpage.
Si dice che nessun economista o futurologo di chiara fama abbia saputo prevedere la crisi economica e finanziaria scoppiata nel 2008 e le cui successive recrudescenze hanno messo in ginocchio l’Europa dell’euro. L’economia, si sa, non è una scienza esatta, per quanto faccia riferimento alla matematica. La macroeconomia è fatta di ricette, che possono avere esiti diversi a seconda dei comportamenti della società, delle grandi masse. Eppure, qualcuno crede che sia possibile prevedere le crisi future. E lo crede a tal punto, da aver convinto centinaia tra università, centri di ricerca scientifici, governi nazionali e fondazioni private a sostenere un progetto che potrebbe ricevere 1 miliardo di euro di finanziamento dall’Unione europea, affinché entro 10 anni sia possibile prevedere i comportamenti delle masse umane con un discreto margine di precisione.
"Per una tale intelligenza tutto sarebbe chiaro e certo"
Il progetto FuturICT è sicuramente tra i più ambiziosi dei sei candidati a diventare “progetti-bandiera” dell’UE nei prossimi anni. Nasce da un dato di fatto emerso negli ultimi anni: con l’aumento esponenziale delle informazioni riversate ogni giorno su Internet (alcuni sostengono che in un anno si pubblichi su Internet l’equivalente di tutta l’informazione prodotta nel passato) può essere possibile estrapolare dalla mole enorme di dati open access, cioè accessibili a tutti, delle tendenze, delle strutture sottostanti. Nella scienza, l’idea è vecchia. Nel 1796 il grande matematico Laplace per primo la enunciò con un’affermazione molto citata: “Una intelligenza che, in un dato istante, conoscesse tutte le forze che animano la natura e la rispettiva posizione degli esseri che la costituiscono, e che fosse abbastanza vasta per sottoporre tutti i dati alla sua analisi, abbraccerebbe in un’unica formula i movimenti dei più grandi corpi dell’universo come quello dell’atomo più sottile; per una tale intelligenza tutto sarebbe chiaro e certo e così l’avvenire come il passato le sarebbero presenti”.
Questa concezione meccanicistica, nelle scienze naturali, è stata abbandonata centocinquant’anni dopo, quando la fisica quantistica dimostrò che era impossibile conoscere contemporaneamente la posizione e il moto delle particelle, e che quindi si poteva tutt’al più conoscere la probabilità di un dato evento. FuturICT ha fatto tesoro di questa realtà mutuata dalla fisica e ha intenzione di applicarla allo studio della società. “Sembra che sappiamo di più sull’universo che sulla nostra società”, sostengono gli ideatori del progetto. “Pertanto è giunta l’ora di utilizzare il potere dell'informazione per esplorare la società e l’economia sulla Terra e scoprire le opzioni per un futuro sostenibile”. Un programma ambizioso che intende fare a meno degli strumenti di analisi oggi impiegati, del tutto inadeguati a comprendere una realtà divenuta ormai troppo interdipendente, troppo legata a un numero impressionante di variabili da poter essere studiata come un qualsiasi altro fenomeno naturale.
Un simulatore del pianeta Terra
Il progetto di FuturICT si articola come segue: “Una serie di modelli che formano il Living Earth Simulator sosterranno gli Osservatori, per rilevare e mitigare le crisi e in più per identificare opportunità in aree specifiche. Questi modelli saranno guidati e calibrati da dati aggregati in tempo reale, raccolti da un Sistema Nervoso Planetario digitale. Sia i modelli che i dati sosterranno il processo decisionale di politici, economisti e cittadini, attraverso una Piattaforma Partecipativa Globale che intende facilitare la partecipazione sociale, economica e politica”. Termini da fantascienza. Il “Living Earth Simulator” è il cuore del progetto. Consisterà in una potentissima rete di calcolo che aggregherà tutti i dati provenienti dal mondo e cercherà di elaborarli attraverso nuovi modelli matematici e teorie sociali ancora da definire, per individuare dei trend futuri. Per esempio, una prossima crisi economica o un imminente pandemia, o una catastrofe ecologica. Solo per fare qualche esempio.
FuturICT non prevederà il futuro ma, come la scienza ci ha insegnato nell’ultimo secolo, solo la probabilità che un dato evento si verifichi. E queste probabilità non riguarderanno singoli esseri umani, ma solo le grandi masse. Quanti più dati si avranno, e su quante più masse umane si potranno elaborare previsioni, quanto più precisa sarà la previsione stessa. Esattamente come, settant’anni fa, aveva immaginato per primo lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov, che nella sua saga della Fondazione immaginò una scienza, la psicostoria, capace di prevedere i comportamenti sociali con un alto margine di certezza. Anche lì, la psicostoria veniva messa al servizio di un gruppo di persone per prevedere le crisi future, e trovare le soluzioni per permettere all’umanità di risolverle.
Un sistema nervoso "planetario"
Ma le storie di Asimov immaginavano un’istituzione chiusa e segreta preposta a quest’incarico. FuturICT vuole invece mettere queste previsioni al servizio di tutti attraverso il nuovo metodo della scienza 2.0. Chiunque potrà immettere i dati nel network di calcolo attraverso il Sistema Nervoso Planetario, che si interfaccerà agli smartphone e ai computer di ciascuno di noi. Volontariamente, potremo fornire dati che saranno elaborati in tempo reale dal Living Earth Simulator. Certo, c’è il rischio dell’immissione di dati “falsi”, ammettono gli ideatori del progetto. Ma come in atri progetti wiki, come Wikipedia, alla fine sono i dati corretti ad avere sempre la meglio. In prospettiva, FuturICT ci permetterà non solo di comprendere meglio le leggi della società, ma di prevedere le tendenze di lungo periodo del nostro impatto sull’ambiente, delle attuali ricette macroeconomiche, dei flussi migratori e di molto altro.
Per farlo, punterà soprattutto sullo sviluppo di capacità di calcolo sempre maggiori, attraverso tecnologie innovative come il “web semantico”, su cui sta lavorando anche Google, per permettere di estrapolare informazioni dal mare della Rete non più attraverso parole-chiave, ma facendo domande dirette all’intelligenza artificiale. Nel consorzio pilota che già finanzia e supporta il progetto troviamo anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano, insieme all’Università di Londra, Politecnico federale di Zurigo, il Centro di ricerche tedesco per l’intelligenza artificiale, l’Università di Oxford, l’Università di Passau e l’Università di Cork in Irlanda. E poiché nel progetto sono coinvolte anche, a vari titolo, aziende come Microsoft Research, IBM, Telecom Italia, Yahoo! Research, insieme ai più potenti centri di calcolo del mondo, viene da chiedersi se non stiano facendo davvero sul serio.