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I rotoli del Mar Morto sono on line

Grazie ad un’iniziativa dell’autorità israeliana per l’archeologia e di Google, i celebri manoscritti potranno essere letti in tutto il mondo.
Un ritrovamento casuale
Era la primavera del 1947 quando un pastore beduino, nell’inseguire una capra staccatasi dal gregge, scoprì una grotta: al suo interno, giare di terracotta che custodivano, avvolti nel lino, i rotoli che sarebbero stati chiamati manoscritti di Qumran, dal nome del sito in cui erano stati ritrovati, sulla sponda nord-occidentale del Mar Morto, ad una decina di chilometri dalla città di Gerico.
Un ottimo stato di conservazione
Dopo quel primo fortuito ritrovamento e negli anni successivi, una quantità insperata di rotoli venne alla luce, disseminata in undici grotte vicine nei pressi dell’antico insediamento di Qumran: ben assicurati all\'interno dei vasi, i manoscritti erano stati protetti soprattutto dal particolare microclima secco delle cave in cui erano stati nascosti per secoli.
Centinaia di documenti
La maggior parte di essi era realizzata in pergamena, ma alcuni erano anche in papiro. Redatti principalmente tra il III secolo a C. e il I d. C., hanno ancora molto da raccontare ai contemporanei: si tratta infatti di oltre 900 documenti dall’immenso significato sia storico sia religioso, scritti in ebraico, aramaico e greco. Alcuni testi rappresentano le sole copie superstiti dei testi biblici prodotti prima del I secolo.
Testi importantissimi
La storia del ritrovamento dei manoscritti del Mar Morto, che nel corso dei primi anni passarono di mano in mano, vennero venduti sottobanco e attraversarono l’Oceano proprio nella migliore tradizione di Indiana Jones, è sintomatica dell’importanza dei documenti che, al di là della suggestione legata alla loro conservazione e scoperta, sono testi di assoluta rilevanza per gli studiosi.
In diversi musei
Per tale ragione, purtroppo, i rotoli dopo aver abbandonato la propria sede d’origine sulle sponde del Mar Morto sono finiti in diversi angoli del Pianeta: benché la maggior parte di essi sia custodita presso il Museo d’Israele, manoscritti si trovano anche nei Musei di Chicago, di Princeton, di Amman o nelle collezioni di privati cittadini.
Disponibili on line
Oggi, in oltre cinquemila immagini ad altissima risoluzione, quei rotoli saranno a disposizione di quanti sono interessati a conoscere o studiarne il contenuto: servendosi di una tecnologia raffinatissima per la scansione made in NASA, in grado di recuperare i rotoli senza danneggiarli, Google ha stretto accordi con il Museo israeliano per rendere disponibili on line i manoscritti del Mar Morto. Il progetto, annunciato due anni fa, è finalmente giunto a realizzazione.
Da cercare su Google
Grazie alle capacità di Google, i manoscritti saranno accessibili con estrema facilità: all\'interno del database, infatti, si potrà cercare per lingua, per contenuto ma anche in base al sito di ritrovamento. “Finalmente sotto la punta delle dita” quei rotoli che per decenni hanno affascinato ed incuriosito, all\'indirizzo www.deadseascrolls.org.il, dove in un connubio tra tecnologia e cultura, sarà possibile leggere nell\'anima di uomini come noi, vissuti duemila anni fa.
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