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30 Giugno 2015
11:22

ExoSuit, l’esoscheletro che non fa sentire la fatica e rende più agili

Da Harvard si preparano a mettere sul mercato un esoscheletro ultra leggero e sottile capace di assistere il movimento riducendo la fatica a chi lo indossa.
A cura di Zeina Ayache
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Da Harvard arriva l’esoscheletro
Da Harvard arriva l’esoscheletro

Dal Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering della Harvard University arriva l'esoscheletro ultraleggero, ribattezzato ExoSuit, che in futuro potrebbe essere utilizzato per ridare la mobilità a coloro che l'hanno persa e per agevolare soldati, pompieri, polizia o agenti di primo soccorso durante le loro attività lavorative.

Il progetto, diretto dal professore Conor Walsh e dal suo team, consiste nella realizzazione di un esoscheletro morbido e leggero che può essere indossato come una tuta, poiché composto da un materiale simile al tessuto. L'ExoSuit si adatta perfettamente al corpo umano aderendo ai muscoli e alle articolazioni, agevolandone il movimento. Il funzionamento è simile a quello utilizzato da Hollywood per i film d'animazione che riproducono personaggi della fantasia digitalmente partendo dal movimento di un attore sul quale vengono posizionati determinati sensori che ne registrano l'attività inviando le informazioni ad un computer al quale sono connessi.

Sull'esoscheletro sono infatti installati una serie di dispositivi di controllo, cavi e motori dal peso ridotto che assistono il movimento, imitandolo, come se la gamba venisse alleggerita dal suo stesso peso al punto da essere più agile.

La tuta non è ancora pronta per essere messa in vendita, ma l'obiettivo è proprio quello di renderla accessibile ad un vasto pubblico, il suo target di riferimento sono sia le persone che hanno perso parte della mobilità, che tutti coloro che lavoro con il proprio corpo, come militari o forze dell'ordine. Il movimento assistito riduce infatti gli sforzi, e le conseguenze che questi possono avere, e agevola il movimento. In futuro potrebbe essere un valido sostituto alle protesi attualmente impiegate che, per il tipo di materiali e di tecnologia con cui sono state costruite, non risultano però essere comode e pratiche per chi ne fa uso.

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