153 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Essere multitasking: ecco come si comporta il nostro cervello

Riusciamo a svolgere vari compiti, e quindi essere multitasking, grazie all’azione di una parte del nostro cervello che agisce selezionando gli stimoli ai quali dobbiamo prestare attenzione e annientando quelli che invece ci distrarrebbero.
A cura di Zeina Ayache
153 CONDIVISIONI
Multitasking
Multitasking

Quante cose riuscite a fare simultaneamente? Se siete in grado di parlare al telefono mentre inviate un messaggio o riuscite a parlare con qualcuno mentre state ascoltando la televisione, dovete ringraziare una piccola area del cervello responsabile del multitasking. A darne conferma della sua esistenza sono i ricercatori del NYU Langone Medical Center che hanno pubblicato su Nature il loro studio intitolato “Thalamic control of sensory selection in divided attention”. Secondo gli studiosi, all'interno del nucleo reticolare del talamo (NRT), i neuroni agiscono come dei centralini che, continuamente, filtrano le informazioni sensoriali e spostano l'attenzione verso uno o l'altro senso, evitando eventuali distrazioni.

Il compito di questi neuroni è vitale, come spiega il neuroscienziato Michael Halassa, autore dello studio, “Le persone devono essere in grado di concentrarsi su una cosa annientando le distrazioni così da poter svolgere le funzioni quotidiane come guidare, parlare al telefono e socializzare”.

Per comprendere come la corteccia prefrontale gestisca la direzione dell'attenzione su un senso piuttosto che su un altro, i ricercatori hanno sviluppato un esperimento di tipo comportamentale all'interno del quale viene monitorata la capacità di un topo di ottenere una ricompensa in latte dopo aver seguito un segnale luminoso o un suono.

Per una parte del test, gli studiosi hanno distratto il topo con segnali opposti rispetto a quelli che si aspettava, quindi emettendo un suono quando l'animale attendeva una luce, e viceversa. Così facendo hanno notato che la capacità del topo di ottenere il latte diminuiva tra il 70 e il 90% dei casi. Dopo di che gli scienziati hanno disattivato, in alternanza, la corteccia prefrontale e l'NRT osservando come, in tutte e due i casi, i topi ottenessero il latte casualmente.

I dati raccolti registrando i segnali elettrici emessi dei neuroni del nucleo reticolare del talamo mostrano quindi come la corteccia prefrontale sia fondamentale per l'esecuzione di determinati compiti, ma come anche l'NRT sia capace di controllare gli stimoli per gestire le informazioni e spiegare il principio del multitasking.

Studi futuri permetteranno di comprendere come il cervello scelga quali informazioni siano più importanti, e perché, oltre che capire come agiscano i circuiti neurali coinvolti nei casi di disturbo dell'attenzione, autismo o schizofrenia.

153 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views