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Ecomafia, un giro d’affari da 22 miliardi di euro

Un settore che non conosce crisi tra rifiuti, cemento, agroalimentare e racket degli animali.
A cura di Nadia Vitali
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Il 2014 ha fatto registrare 29.293 reati contro l'ambiente accertati: in pratica 80 al giorno, ossia poco meno di quattro all'ora. Un business criminale che non conosce crisi ma che, anzi, quest'anno ha visto un incremento di fatturato pari a 7 miliardi, facendo raggiungere la cifra di 22 miliardi. Reati che ci riguardano da vicino, se pensiamo che 4,3 miliardi di euro del totale provengono dal settore dell'agroalimentare. Sono alcuni tra i dati resi noti da Legambiente nel presentare il rapporto annuale Ecomafia.

Regioni capolista

In Puglia, Sicilia, Campania e Calabria è stata registrata oltre la metà del numero complessivo di infrazioni (14.736). Va sottolineato che, probabilmente in virtù dei riflettori accesi di recente sulla regione, in Campania c'è stato un calo dei reati pari a circa il 21% in meno. In testa alla classifica degli illeciti c'è la Puglia, il Lazio è la prima regione del centro Italia, la Liguria del nord.

Rifiuti e cemento

A crescere sono i reati nel ciclo dei rifiuti ma anche nel settore del cemento, questi ultimi realizzati soprattutto in Campania seguita da Calabria, Puglia e Lazio. Il quantitativo di rifiuti sequestrati nell'ultimo anno e mezzo viene definito «impressionante» poiché in appena 16 inchieste sono stati bloccati da provvedimenti giudiziari più di tre milioni di tonnellate di veleni. Traffici di rifiuti che viaggiano lungo rotte internazionali con materiali di scarto destinati illegalmente a riciclo o a un recupero energetico approssimativo e non a norma (si pensi ai rottami di auto, ad esempio).

Settore agroalimentare e racket degli animali

Ma il settore più redditizio per le organizzazioni criminali nel 2014 è stato quello dell'agroalimentare, il cui fatturato nell'anno precedente ammontava intorno a circa 500 milioni. C'è poi il racket degli animali, nell'ambito del quale le forze dell'ordine hanno verbalizzato 7.846 reati tra bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti, con la denuncia di 7.201 persone, l’arresto di 11 e il sequestro di 2.479 tra animali vivi e morti. La Sicilia è la regione dove se ne sono contati di più.

Reati contro il patrimonio ambientale e culturale

Nel 2014 sono stati registrati meno incendi ma questo, purtroppo, non ha corrisposto ad un calo di superficie boschiva finita in fumo che, anzi, è passata dai 4.700 ettari del 2013 a 22.400 del'anno successivo. Ma non mancano reati contro aree tutelate da vincoli paesaggistici e archeologici, oltre che contro musei, biblioteche, archivi ed altri luoghi. Nel 2014 ci sono stati 852 furti di opere d'arte accertati dalle forze dell'ordine, con 1.558 persone denunciate e 15 arresti. La ricettazione è sempre il più diffuso dei reati nell'ambito dell'archeomafia con il Lazio che si conferma la regione in testa nel settore, seguita da Emilia Romagna, Campania e Toscana.

Verso una svolta?

In questo quadro a tinte fosche del nostro Paese c'è però una prima buona notizia: l'introduzione dei delitti contro l'ambiente nel Codice Penale con la legge numero 68 del 22 maggio del 2015, seguita a 21 anni di battaglie. Possiamo dire di trovarci dinanzi ad uno spartiacque definitivo? È l'auspicio di Legambiente che sottolinea che il 2015 potrebbe essere l'anno a partire dal quale ecomafie ed ecocriminalità verranno contrastati con strumenti di repressione adeguati.

[in apertura: immagine via Wikimedia]

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