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Ecomafia in Italia: il 2017 è l’anno della guerra all’illegalità per difendere l’ambiente

Il rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente ci mostra quanto il nostro Paese abbia ancora da lavorare per contrastare gli illeciti ambientali. Il 2017 segna record preoccupanti, ma sottolinea anche la volontà di tutti di contrastare e, perché no, sconfiggere questo ‘cancro’ che distrugge l’ambiente dell’Italia.
A cura di Zeina Ayache
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Il 2017 è stato l'anno dei record per la guerra contro l'illegalità in difesa dell'ambiente: il rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente ci mostra tutti i reati del settore legati alla mafia. “Mai nella storia del nostro Paese sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l’ambiente come nel 2017, mai tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti”. Ecco come i delinquenti hanno cercato di distruggere il nostro Paese l'anno scorso.

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Ecomafia, 2017. Il rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente non ha dubbi: nel 2017 si è registrato un boom di arresti per crimini contro l’ambiente e di inchieste sui traffici illegali di rifiuti. La regione più colpita da questo fenomeno illegale è ancora una volta la Campania. La crescita per l'anno scorso è del 139,5% in più rispetto al 2016: un dato questo che dimostra l'applicazione della legge 68 e un incremento dell'attività attività delle forze dell’ordine contro i trafficanti di rifiuti (“76 inchieste per traffico organizzato, 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati – otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016. Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24%”). Il tutto per un fatturato che sale a quota 14,1 miliardi di euro legato per lo più alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale. Tra le cause dell'abbondare dell'ecomafia c'è chiaramente la corruzione: “il nemico numero uno dell’ambiente e dei cittadini”.

Cosa succede in Italia. Quando parliamo di ‘ecomafia' non ci riferiamo a crimini rari che avvengono di nascosto senza che nessuno possa accorgene: parliamo di 30.692 illeciti ambientali, il +18,6% rispetto al 2016, per una media di 84 illeciti al giorno, più o meno 3,5 ogni ora, di 39.211 persone denunciata e di 11.027 sequestri effettuati. La maglia nera va alla Campania che, da sola, è responsabile del 14% dei reati, seguono Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio.

Tutti gli orrori contro l'ambiente. Ecco come lo scorso anno l'ecomafia ha avveletato il nostro Paese:

  • Illeciti di rifiuti – “il 2017 è l’anno del rilancio delle inchieste contro i trafficanti di rifiuti e nel settore si concentra la percentuale più alta di illeciti: il 24% è più di quanto contestato per i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22,8%), gli incendi boschivi (21,3%), il ciclo del cemento (12,7%)”
  • Le famiglie mafiose – per quanto il crimine ambientale possa essere portato avanti da protagonisti di imprese e faccendieri, i principali responsabili sono membri delle famiglie mafiose, parliamo di 331 clan censiti
  • Abusi edilizi – “il lavoro delle forze dell’ordine nel 2017 ha portato alla luce 3.908 infrazioni sul fronte ‘ciclo illegale del cemento', una media di 10,7 ogni ventiquattro ore, e alla denuncia di 4.977 persone. In Italia insomma si continua a costruire abusivamente, solo l'anno scorso le nuove case abusive sono state 17.000. Solo pochi sindaci hanno il coraggio di far muovere le ruspe e abbattere le costruzioni abusive.
  • Attacco alla biodiversità – “Più di 6mila le persone denunciate per reati contro la biodiversità, quasi 17 al giorno, nel 2017 e 7mila le infrazioni (19 al giorno +18% rispetto al 2016). L’aggressione al patrimonio di biodiversità continua senza sosta, sulla pelle di lupi, aquile, pettirossi, tonni rossi, pesci spada e non solo”
  • Ancora plastica – per quanto gli shopper di plastica siano illegali, ad oggi 60 buste su 100 sono fuori norma.
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