Ecco il “progenitore” dei primati
Il fossile di primate più antico di cui siamo in possesso è stato rinvenuto in Cina, nella provincia chiamata Hubei e in prossimità del corso del fiume Yangtze; era intrappolato all'interno di una roccia sedimentaria, depositata sul fondo di un lago, la quale, dopo essersi spaccata, ha mostrato il suo preziosissimo ed inaspettato contenuto. La sua scoperta è stata annunciata in un articolo pubblicato il 5 giugno dalla rivista Nature nel quale gli studiosi dell'Accademia delle Scienze di Pechino, dell'American Museum of Natural History di New York e del Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh descrivono le caratteristiche del piccolo mammifero il cui scheletro, scampato all'usura del tempo, potrebbe aiutare a scrivere un capitolo fondamentale nella storia dell'evoluzione.
Con un corpo davvero minuto – misurava 71 millimetri di lunghezza esclusa la lunga coda per un peso di circa 20-30 grammi – Archicebus achilles si presentava estremamente differente da tutti i primati, viventi o estinti, che conosciamo: aveva arti e denti riscontrati in altri primati primitivi, mentre il suo piccolo piede e il tallone sono assai più vicino a quello delle scimmie moderne, da cui il nome achilles in riferimento all'eroe “piè veloce”. Anche il suo minuscolo cranio mostrava caratteristiche primitive, con delle orbite piccole che potrebbero indicare un'attività preferibilmente diurna dell'animale; gli occhi sporgenti suggerirebbero una buona vista adatta alla caccia. La struttura scheletrica, inoltre, lascia ipotizzare ai ricercatori che fosse prevalentemente arboricolo, assai verosimilmente un ottimo saltatore, mentre i denti aguzzi denunciano una dieta a base di insetti.
Vissuto all'incirca 55 milioni di anni fa in un ambiente caldo e umido, simile a quelle tropicale, Archicebus achilles è più antico di 7 milioni di anni rispetto al più antico primate dei cui resti era in possesso la scienza fino ad ora: solo questo basterebbe a comprendere la grande importanza del ritrovamento. In realtà, a destare l'interesse dei ricercatori è soprattutto la peculiare commistione di dettagli anatomici riscontrabili sia nei primati imparentati con le grandi scimmie antropomorfe, sia nei tarsi, i piccolissimi primati diffusi in Asia appartenenti al sottordine degli aplorrini. Una mescolanza che, però, non va interpretata come la testimonianza certa di un legame tra questo piccolissimo primate e il nostro genere poiché l'evoluzione, si sa, non procede secondo una linea dritta per congiungere un punto all'altro, bensì va incontro anche a cesure ed interruzioni, in virtù della sue ramificazioni di cui non sempre conosciamo ogni dettaglio.
Quel che potrebbe essere probabile è che Archicebus (che può essere tradotto come "scimmia antica") sia uno degli antenati che condividono i lemuri, i primati, le grandi scimmie antropomorfe e i piccolissimi tarsi, vissuto prima che la diversificazione aprisse le strade ai diversi lignaggi che, nell'arco di migliaia di anni, avrebbero condotto fino alla nascita della nostra specie; difficile, o probabilmente impossibile, stabilire se il minuscolo mammifero appartenesse ad un ramo separatosi per poi successivamente estinguersi o se esiste una linea diretta che lo congiunge proprio a noi.
Il reperto venne alla luce dieci anni fa, grazie al rinvenimento casuale da parte di un contadino; il dottor Dr Xijun Ni dell'Accademia Cinese delle Scienze, assieme ai suoi colleghi che hanno lavorato allo studio, scelse deliberatamente di prendere tutto il tempo possibile per descrivere il fossile. Le perplessità dei ricercatori erano legate soprattutto alla fragilità dello scheletro incastrato nella roccia e alle difficoltà degli esami conducibili su di esso. Le loro indagini si sono concluse con la scansione a raggi X, al fine di vedere i dettagli manipolando il meno possibile, effettuata presso l'European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) a Grenoble in Francia: la raffinatissima tecnologia ha consentito agli studiosi di estrarre le ossa dal loro millenario alloggio per osservarle da vicino, in modo da conoscere dettagliatamente l'anatomia di Archicebus achilles, il più antico primate che conosciamo.