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Ecco il brillamento 10.000 volte più forte di qualsiasi tempesta solare

Ad osservare la sensazionale eruzione di energia è stato il satellite Swift della Nasa. La temperatura del flare, nel suo momento più caldo, è stata di 200 milioni di gradi Celsius: 12 volte la temperatura del centro del Sole.
A cura di Redazione Scienze
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Il brillamento di DG Cvn nella rappresentazione grafica della Nasa.
Il brillamento di DG Cvn nella rappresentazione grafica della Nasa.

Le tempeste solari che periodicamente colpiscono la Terra, come noto, non producono effetti fisici sull'uomo al suolo o, comunque, su chiunque si trovi sotto lo scudo dell'atmosfera. E' questa, infatti, che insieme alla magnetosfera ci protegge dalle particelle ad alta energia "sparate" dalla nostra stella (viceversa sarebbe causa di tumori). Tuttavia, un brillamento solare sufficientemente forte può compromettere i satelliti artificiali e compromettere segnali radio e GPS. Nei casi più gravi, si possono registrare anche black out particolarmente estesi.

Il confronto tra Sole (a sinistra) e DG Cvn (a destra) nella rappresentazione della Nasa.
Il confronto tra Sole (a sinistra) e DG Cvn (a destra) nella rappresentazione della Nasa.

Fin qui il Sole, ma cosa accade sulle altre stelle? Se per assurdo ci fossimo trovati nel sistema binario DG Cvn (DG Canum Venaticorum), avremmo dovuto sopportare un super-brillamento equivalente a diecimila volte la più forte tempesta solare mai registrata. A rivelarlo è stata la Nasa, il cui satellite Swift ha individuato una sensazionale sequenza di brillamenti in DG Cvn, un sistema planetario costituito da due nane rosse. Questo sistema si trova a sessanta anni luce dalla Terra e le due stelle che ne caratterizzano la vita sono all'incirca un terzo, per massa e dimensione, del Sole. Tra di loro vi è una distanza che è pari a circa tre volte la distanza media Terra-Sole. Una lunghezza ragguardevole ma che, osservata da 60 anni luce di distanza, non ha permesso agli studiosi l'individuazione precisa di quale delle due stelle abbia dato "spettacolo". Gli astronomi Rachel Osten dello Space Telescope Science Institute e Stephen Drake del Goddard si sono così trovati di fronte ad uno spettacolo unico e, attraverso il racconto di Drake, hanno rivelato che "eravamo soliti pensare che i principali episodi di flaring delle nane rosse non durassero più di un giorno, ma Swift ha rilevato almeno sette eruzioni potenti per un periodo di circa due settimane”.

La temperatura raggiunta dai brillamenti, nel momento più "caldo", è arrivata a 200 milioni di gradi Celsius, equivalenti a dodici volte la temperatura del centro del Sole. Gli studiosi si chiedono ora cosa abbia scatenato tale esplosione di energia. Quello che si sa, al momento, è che le due stelle sono estremamente giovani. Le nane rosse di DG Cvn, infatti, hanno circa 30 milioni di anni (il Sole ha ben 4,6 miliardi di anni). A parte la giovane età delle stelle, ciò che ha permesso eruzioni così potenti è la rapida rotazione che influenza i campi magnetici: le nane rosse di DG Cvn ruotano trenta volte più velocemente della nostra stella.

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