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È vero! Il navigatore satellitare ‘spegne’ una parte del nostro cervello

Quando ci spostiamo all’interno di una metropoli, due aree dell’ippocampo e talvolta la corteccia prefrontale risultano molto attive per permetterci l’orientamento, ma si ‘spengono’ qualora si utilizzasse il navigatore satellitare.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca internazionale coordinato dallo University College di Londra (UCL) ha determinato che sono due distinte aree dell'ippocampo a permetterci l'orientamento nell'intricato dedalo di strade all'interno di una metropoli, supportate dalla corteccia prefrontale quando la situazione si presenta particolarmente complessa, come innanzi a un grande incrocio. Non solo. Gli studiosi, guidati dal professor Hugo Spiers dell'Istituto di Neuroscienze Cognitive presso l'ateneo britannico, hanno inoltre scoperto che una parte del nostro cervello si “spegne” quando utilizziamo un navigatore satellitare per spostarci in auto.

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Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto 24 volontari in alcuni specifici esperimenti, sfruttando una dettagliata mappa virtuale del quartiere Soho di Londra e caschetti per monitorare l'attività cerebrale, attraverso risonanze magnetiche funzionali (fMRI). Ai partecipanti è stato chiesto di imparare a memoria l'intera mappa, e successivamente sono stati sottoposti a test di navigazione nei quali dovevano raggiungere luoghi specifici. Dalle analisi è emerso che la parte anteriore dell'ippocampo, una porzione del cervello intimamente connessa con la navigazione spaziale e la memoria a lungo termine, si attiva per elaborare le informazioni della strada imboccata, mentre quella posteriore destra elabora i potenziali percorsi alternativi, creando una sorta di mappa mentale dell'area affrontata.

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Quando i partecipanti erano obbligati a cambiare strada o si trovavano innanzi a più soluzioni interveniva anche la corteccia prefrontale, deputata alla pianificazione e alla presa delle decisioni. Curiosamente, quando era presente un navigatore satellitare virtuale che suggeriva quale percorso prendere queste parti del cervello non venivano attivate: “Quando abbiamo a disposizione una tecnologia che ci indica dove andare, queste parti del cervello semplicemente non rispondono alla rete stradale. In qualche modo, è come se nel nostro cervello si spegnesse l'interesse verso la strada che stiamo seguendo”, ha sottolineato l'autore principale dello studio. I ricercatori hanno anche scoperto che la complessità della rete stradale è direttamente proporzionale allo sforzo compiuto dal cervello per mantenere l'orientamento; insomma, non stupitevi se le intricate metropoli vi tengono mentalmente molto impegnati. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Nature Communications.

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[Foto di UCLDariusSankowski]

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