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È morta Koko, la celebre gorilla che parlava con il linguaggio dei segni e amava i gatti

Koko, il gorilla celebre in tutto il mondo perché riusciva a comunicare con il linguaggio dei segni, è morta all’età di 46 anni. La sua storia ha fatto molto discutere e diviso il mondo della scienza: era davvero in grado di parlare? Tra i ricordi più toccanti, anche la sua grande passione per i gatti.
A cura di Zeina Ayache
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Koko, la celebre gorilla che riusciva a comunicare con noi attraverso il linguaggio dei segni, è morta all'età di 46 anni. La conferma è arrivata direttamente dalla Gorilla Foundation che si occupava di lei ormai dal 1974. Ma chi è Koko? E come ha imparato il linguaggio dei segni?

Koko, la gorilla con cui ‘parlare'. Il suo vero nome è Hanabi-ko che, in giapponese, significa ‘Bambina Fuochi d'artificio' ed è nata il 4 luglio 1971 nello zoo di San Francisco. Di lei si prese cura Francine “Penny” Patterson che le insegnò il linguaggio dei segni, per poi trasferirla, in accordo con Ronald Cohn, a Standford nel 1974. Qui Koko iniziò a ‘lavorare' con Micheal, anche lui della sua stessa specie, quella cioè del gorilla di pianura occidentale (Gorilla gorilla gorilla). Nel 1976 Koko fu nuovamente trasferita, questa volta a Santa Cruz dove al gruppo si è aggiunto Ndume, sempre gorilla di pianura occidentale.

Empatia e sensibilità indimenticabili. Koko era, ma in fondo è ancora, una gorilla dotata di enormi qualità e capacità empatiche e di linguaggio che è riuscita in 46 anni a raggiungere il cuore e la mente di milioni di persone. Protagonista di molti documentari, Koko è diventata famosa per aver imparato più di 1.000 segni del linguaggio dei segni ribatezzato “GSL – Linguaggio dei segni dei gorilla”. Tali risultati sono stati possibili perché Penny si da subito ha scelto di comunicare con il linguaggio dei segni con Koko che riusciva a comprendere circa 2.000 parole in inglese (oltre appunto ai segni).

L'insegnamento di Koko. Quando Koko superò il test del riconoscimento di sé stessa allo specchio, il mondo dovette arrendersi all'idea di essere di fronte ad un essere speciale: era in grado di ricordarsi eventi passati, di utilizzare un meta linguaggio, di parlare di sé stessa e di avere anche senso dell'umorismo. Insomma, vedendo lei diventa davvero complesso credere che qualcuno possa pensare che gli animali non siano esseri senzienti.

Critiche. Certo, non tutta la comunità scientifica si è dimostrata dalla parte di Koko, molti criticavano i metodi utilizzati e ritenevano che lei in realtà non fosse consapevole di ciò che stava ‘dicendo' quando utilizzava i segni.

Koko e i gatti. Koko, proprio come noi, non riusciva a resistere al fascino dei ‘gattini': prima adottò il piccolo All Ball, che però fuggi dalla gabbia e rimase ucciso investito da un'auto, poi si occupò di altri due, Lipstick e Smoky e infine di Miss Black e Miss Grey.

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