E’ la compagnia del maschio, non della femmina, che riduce lo stress
I macachi sono quei primati che si contraddistinguono per una vita sociale che presenta diversi punti in comune con quella degli essere umani. Sebbene i maschi siano in concorrenza tra loro per l'accoppiamento con le femmine e possano arrivare anche a combattersi ferocemente, tra i macachi si può sviluppare anche un senso di amicizia che ricorda da vicino quello dell'uomo. Spulciarsi, ad esempio, è un'attenzione che un maschio rivolge ad un altro con l'attesa di ricevere un trattamento privilegiato. E' da queste premesse, dunque, che nasce lo studio dell'Università tedesca di Gottingen, in Germania, che ha preso proprio questa specie di primati come oggetto di osservazione attraverso il quale, magari, poter comprendere meglio anche l'essere umano. Lo studio è stato pubblicato alla fine del 2014 dal periodico specializzato "Proceedings of the Natural Academy of Sciences".
Inserito un fattore di stress – un pericolo fittizio o un abbassamento della temperatura ambientale – i macachi maschi si agitavano di più quando erano solo in compagnia di femmine o in coppie inserite in gruppi misti, viceversa si mostravano meno in tensione quando erano in un gruppo di soli maschi, specialmente se il soggetto analizzato era al vertice della gerarchia sociale o, viceversa, al gradino più basso. Il livello di tensione è stato misurato dagli studiosi osservando le quantità nell'organismo di glucocorticoide, ormone correlato allo stress. Per il macaco, dunque, vale una regola che istintivamente è propria anche dell'uomo e cioè che il numero fa la forza. Il pericolo, che in natura si associa ad una minaccia fisica, è vissuto con minore angoscia se il soggetto sa di poter fare affidamento su altri maschi. Viceversa sa di dover proteggere più di quanto non possa essere protetto dagli altri elementi del gruppo.