È l’albero più solo del mondo e su di sé porta le prove delle ferite inferte alla Terra
L'Antropocene, l'epoca geologica nella quale ci troviamo, ha avuto inizio tra l'ottobre e il dicembre del 1965; le tracce del suo esordio – un picco del radioisotopo Carbonio-14 legato ai test nucleari del dopoguerra – sono state trovate nell'albero “più solitario del mondo”. È giunto a questa conclusione un team di ricerca internazionale coordinato da studiosi dell'Università del Nuovo Galles del Sud (Nuova Zelanda), che era a caccia del cosiddetto “Golden Spike”, il marcatore in grado di definire il passaggio da un'epoca geologica a una completamente nuova, nel caso specifico quello più recente.

Ma cos'è esattamente l'Antropocene? Va innanzitutto sottolineato che quest'epoca non è ancora riconosciuta ufficialmente nella classificazione geologica, ma la sua esistenza è supposta da diverso tempo. Il termine, utilizzato per la prima volta dal biologo Eugene Stoermer all'inizio degli anni '80 del secolo scorso, sta a indicare un'epoca nella quale i cambiamenti del nostro pianeta – come quelli climatici – sono stati catalizzati dall'attività umana. Da qui il termine Antropocene.
Ufficialmente noi viviamo ancora nell'Olocene, iniziato 11.700 anni fa, ma appare chiaro che la Terra, per mano dell'uomo, è cambiata radicalmente da diversi decenni. Era tuttavia necessario trovare il marcatore empirico – il già citato Golden Spike – in grado di definire questo passaggio di epoca, e il team guidato dal professor Chris Turney l'ha trovato proprio nel cuore dell'albero solitario.
La pianta in questione, un peccio di Sitka (Picea sitchensis), è soprannominata la più solitaria del mondo poiché l'albero più vicino si trova a ben 200 chilometri di distanza. La conifera fu piantata all'inizio del XX secolo nell'Isola di Campbell, nell'Oceano Antartico, e lì è cresciuta quasi indisturbata – non è maturata sessualmente – nonostante non fosse il suo habitat naturale, sito molto più a nord. Turney e colleghi hanno estratto attraverso un piccolo foro un campione dei suoi tessuti interni, e analizzandoli hanno trovato un picco del radioisotopo negli anelli di crescita corrispondenti alla fine del 1965.
All'epoca si tennero numerosi test nucleari – anche nell'atmosfera – che cambiarono radicalmente il volto al nostro pianeta, oltre che le capacità dell'uomo di arrecare danni enormi all'ambiente. Picchi di Carbonio-14 relativi al 1964 sono stati rilevati negli alberi dell'emisfero settentrionale, ma il Golden Spike deve essere un fenomeno su scala globale. Proprio per questo le tracce del radioisotopo trovato nel peccio di Sitka, sito in un remoto habitat meridionale, rappresentano la prova empirica che gli studiosi cercavano da tempo, quella che indica il momento esatto in cui i "tentacoli" dell'uomo raggiunsero ogni angolo del pianeta. La scoperta di Turney e colleghi dovrà naturalmente essere approvata dagli appositi comitati, tuttavia sembra davvero improbabile che una prova così evidente possa non essere accettata come il vero inizio dell'Antropocene. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.