È inutile vaccinare i bambini perché li espone agli effetti collaterali? L’ISS risponde alle fake news
Come per gli adulti, il vaccino anti Covid di Pfizer-BioNtech approvato per l’età pediatrica è sicuro ed efficace. Ma a pochi giorni dalla data che in Italia segnerà l’avvio della campagna di immunizzazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, i dubbi sull’utilità della vaccinazione in questa fascia di età faticano ad essere risolti, complice una buona dose di disinformazione, così come il timore che il via libera degli enti regolatori alla vaccinazione dei più piccoli sia arrivato troppo frettolosamente. Tra le perplessità più frequenti, ci sono infatti quelle che riguardano il rapporto tra i rischi della malattia e i benefici del vaccino, ma anche le preoccupazioni relative alle reazioni avverse dei sieri a mRNA, come la miocardite, di cui parlavamo anche qui.
I rischi di Covid nei bambini
A fare chiarezza su questi ed altri temi è intervenuto l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha così riassunto le principali informazioni sulla vaccinazione anti Covid nei bambini, rispondendo alle tante fake news in circolazione. Su tutte, quella relativa al numero di infezioni nei più piccoli che, secondo il dire comune, non si ammalerebbero di Covid, o comunque non avrebbero una malattia grave o fatale, manifestando solo sintomi lievi.
Come indicato dall’ISS, dall’inizio della pandemia, in Italia ci sono stati oltre 263mila casi di Covid nella fascia di età tra i 6 e gli 11 anni, 1.453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 decessi (dati al 1° dicembre 2021). Tuttavia, evidenzia l’ente scientifico del Ministero della Salute, il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita nelle ultime settimane.
Anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età pediatrica l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva. Inoltre anche nei casi (e sono fortunatamente la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C, una malattia rara ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi), e quello che viene definito “long Covid”, e cioè la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo.
Efficacia e benefici del vaccino anti Covid
Il vaccino si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione sintomatica nei bambini di 5-11 anni. “Nel beneficio di una vaccinazione si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.
Miocardite ed effetti collaterali
Altro tema caldo, come premesso, è quello relativo agli effetti collaterali. “I principali – indica l’SS – potrebbero verificarsi nel braccio dove è stata fatta l’iniezione, come dolore, rossore e gonfiore. Potrebbero inoltre manifestarsi sintomi quali stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Tali sintomi sono generalmente di lieve entità e si risolvono nel giro di 1-2 giorni”.
D’altra parte, l’ISS ribatte con forza le teorie per cui la vaccinazione esporrebbe i bambini al rischio di effetti avversi che senza vaccino non avrebbero.
Come per tutti i farmaci e i vaccini anche quelli messi a punto contro il Covid presentano un rischio di effetti collaterali. La sicurezza dei vaccini anti Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro. Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie.
Riguardo invece il numero di bambini che hanno preso parte alla sperimentazione clinica del vaccino, ritenuto da molti troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata alla vaccinazione, l’ISS non fa mistero dei rari casi che si sono verificati negli adolescenti e nei giovani adulti, precisando che in questi gruppi di età “è stato riportato un rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso, intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi. Nella maggior parte dei casi, tali manifestazioni hanno avuto un decorso assolutamente benigno”.
In generale – evidenzia l’Istituto italiano – nei bambini più piccoli si osserva un minore rischio di sviluppare queste patologie, e non sono stati segnalati casi durante i test clinici. Le informazioni di sicurezza oggi disponibili riguardano non solo i 3000 bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti. La sicurezza del vaccino sarà comunque mantenuta sotto costante e stretto monitoraggio da parte di tutte le agenzie del mondo.