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Dormire con il condizionatore acceso fa male?

Cosa accade quando dormiamo in una camera climatizzata? Le temperature troppo basse (ma anche la funzione deumidificatore) hanno importanti ripercussioni sul sonno e la nostra salute, con alcune delle più tipiche conseguenze dell’uso eccessivo del condizionatore.
A cura di Valeria Aiello
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Con l’afa e le temperature più alte dell’estate, soprattutto nelle grandi città, dormire con il condizionatore d’aria spento è per molti fuori discussione. In tanti trascorrono gran parte della giornata in ambienti climatizzati e non rinunciano all’aria condizionata neppure di notte. L’uso degli impianti di climatizzazione contribuisce certamente a dare sollievo ma l’esposizione continua a temperature così fredde non è certamente salutare.

Dormire con il condizionatore acceso fa male?

Quando si dorme con il condizionatore acceso, accadono principalmente tre cose: la temperatura dell’ambiente può scendere al di sotto di quella ideale per dormire; chiudendo porte e finestre si possono creare ricircoli di aria viziata; il condizionatore può estrarre buona parte dell’umidità presente nell’ambiente. Queste tre situazioni hanno importanti ripercussioni sul corpo. La mancanza di un ricambio di aria, ad esempio, rischia di farci risvegliare con un profondo senso di stanchezza, una condizione che può sfociare nella cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”, un quadro sintomatologico che consiste in una serie di malesseri, come mal di testa, sensazione di affaticamento e nausea. Se non si è provveduto a una regolare manutenzione dell’impianto, si potrebbero persino verificare difficoltà respiratorie. Questo perché i filtri del condizionatore diventano terreno fertile per muffe e batteri che, attraverso l’aria, si diffondono in tutta la stanza, rendendoci soggetti a infezioni respiratorie.

Certamente, le conseguenze principali sono rappresentate dal dormine in una stanza troppo fredda: recenti studi indicano infatti che la camera da letto non dovrebbe mai avere una temperatura inferiore ai 15° gradi perché, quando dormiamo, si abbassa anche la nostra temperatura interna. Il flusso di aria, inoltre, stimola continuamente il nostro corpo, influendo sulla qualità del sonno, anche se la velocità media quasi impercettibile. Temperature troppo basse possono portare a continui movimenti durante il sonno, inficiando sulla sua qualità, ma anche a contratture, crampi, dolori articolari e muscolari.

La funzione deumidificatore, che molto spesso è indipendente da quella di raffreddamento dell’aria, estraendo buona parte dell’umidità dall’ambiente, disidrata anche la pelle che nel tempo inizia a perdere di tono ed elasticità, diventando più soggetta alle rughe. A risentire dell’aria deumidificata ovviamente anche bocca e gola, con una delle più tipiche conseguenze dell’uso eccessivo del condizionatore, il mal di gola. Un altro errore comune è quello di entrare e uscire da un ambiente climatizzato a uno caldo. Questa è un’abitudine molto dannosa perché il corpo non è in grado di adattarsi così rapidamente al cambiamento di temperatura e può favorire raffreddore e stati febbrili.

Ricercatori ed esperti sono abbastanza concordi sul fatto che lasciare il condizionatore acceso sia effettivamente dannoso sul ciclo del sonno e per la salute. E non potrebbe essere altrimenti. Una strategia vincente è certamente quella di rinfrescare la camera prima di coricarsi, assicurando un ricambio di aria all’interno della stanza. Nelle notti più calde può essere anche utile tenere un panno ghiacciato o un bicchiere di acqua fresca vicino al letto, oltre a indossare pigiami leggeri (o dormire nudi) oppure provare a fare una doccia prima coricarsi.

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