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Cinque domande sul Carnevale che ti sei posto almeno una volta

Cosa significa, quando si festeggia, perché ci si maschera e perché quello ambrosiano si celebra dopo: ecco tutte le curiosità che, forse, ancora non conoscete su una delle feste più variopinte e burlone dell’anno.
A cura di Ida Artiaco
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Maschera del Carnevale di Venezia (Getty).
Maschera del Carnevale di Venezia (Getty).

Carnevale è una delle feste più attese e divertenti del mondo cattolico e occidentale. Ci si maschera, ci si trucca, si organizzano eventi a tema, si fa baldoria e si mangiano pietanze tipiche della tradizione, realizzate soltanto in questo periodo dell'anno in cui si mescolano insieme sacro e profano. Insomma, grandi e bambini, dopo il Natale, cominciano a fare il conto alla rovescia per potersi travestire e fare scherzi ad amici e conoscenti. Non tutti, però, conoscono il significato profondo di questa festa, le cui origini sono antichissime, e dei tanti usi e costumi di cui si è andata arricchendo nel corso dei secoli. Ecco, allora, le risposte alle domande più frequenti in rete sulla storia e il significato del Carnevale.

Che cosa significa Carnevale?

Il termine "carnevale" deriva dal latino: secondo la tradizione cattolica, si tratta dell'unione delle parole "carnem" e "levare", che significa letteralmente "privarsi della carne". Il motivo è presto detto. Ci si riferiva, infatti, all'ultimo, abbondante banchetto che si teneva nei paesi cristiani prima di entrare nel periodo di digiuno e di astinenza della Quaresima, che comincia tradizionalmente il mercoledì delle ceneri. Da qui anche la derivazione dell'espressione "martedì grasso", diventato quindi occasione per mangiare dolci e fare festa prima di dedicarsi alla purificazione dello spirito in vista della Resurrezione di Cristo. Secondo altri, l'origine del termine sarebbe da collegare ad un'altra espressione dell'Antica Roma, e cioè "carrum novalis", riferendosi al carro usato dai romani per celebrare l'inizio delle proprie ricorrenze festive.

Chi ha inventato il Carnevale?

Il Carnevale ha origini antichissime, precedenti alla nascita e diffusione della dottrina cattolica. Già nell'antico Egitto, ad esempio, vi sono testimonianze di feste tenute dai discepoli di Iside in cui vi era l'usanza di mascherarsi, così come in quelle in onore del Dio Dioniso in Grecia o dei saturnali romani, in cui per altro si poteva assistere ad un vero e proprio rovesciamento dell'ordine quotidiano, con scherzi e dissolutezze. Per cui non si può dire con esattezza chi e quando è stata inventata questa festa. Ciò che è certo è che con l'avvento del cattolicesimo, soprattutto in epoca medioevale, il Carnevale cominciò ad assumere un significato molto simile a quello che ha ancora oggi. Le prime prove di ciò risalgono al tredicesimo secolo, soprattutto nelle zone intorno a Roma e a Firenze, per poi diffondersi nel resto della Penisola.

Qual è la data e come si calcola il Carnevale?

Il Carnevale cambia sempre data, ma si colloca nel periodo compreso tra l'Epifania e la Quaresima. Per calcolare il giorno in un dato anno in cui cade la festa delle maschere bisogna partire proprio dalla Pasqua, che pure non ha una data fissa. La Resurrezione di Cristo, secondo i cattolici, coincide con la domenica dopo il primo plenilunio, cioè luna piena, di primavera, in un periodo che va dal 22 marzo al 25 aprile. Partendo da questa data si sottraggono sei settimane. Quello precedente a questo periodo di 40 giorni, escludendo le domeniche, è il weekend di Carnevale. Il martedì che chiude il fine settimana di festeggiamenti è detto "grasso" e il giorno successivo è il mercoledì delle ceneri, che dà inizio alla Quaresima e segna la fine del Carnevale. In diverse città il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale". La prima domenica di questo periodo di astinenza è detta "Carnevalino".

Perché ci si maschera?

La caratteristica della festa di Carnevale è quella del travestimento. Chiunque vi partecipi utilizza maschere e costumi di personaggi storici o inventati. Questa usanza risale all'Antica Roma o comunque alla tradizione pagana. Durante i cosiddetti Saturnali, le feste religiose legate al Dio Saturno, si era soliti sovvertire l'ordine costituito delle cose, a cominciare dai ruoli nella società, per cui si assumevano le sembianze di qualcun altro anche in maniera scherzosa. L'elemento di scherzo e di burla, che pure è peculiare del Carnevale moderno, deriva invece dai personaggi della Commedia dell'Arte, tipica del teatro italiano cinquecentesco, di cui erano protagonisti e maschere fisse i vari Pulcinella, Arlecchino e Colombina. Con l'avvento del Cattolicesimo, questo rituale si è arricchito anche di un nuovo significato: simbolicamente, infatti, il mascherarsi indica un modo per purificarsi rinnovandosi ed anche il Carnevale deve essere inteso come un momento di cambiamento e di passaggio, esorcizzando la morte.

Perché il Carnevale ambrosiano si festeggia dopo?

Accanto al nostro Carnevale esiste anche la tradizione del Carnevale ambrosiano, o "Carnevalone", che si festeggia a Milano. Qui, infatti, la festività cade il primo sabato dopo il mercoledì delle ceneri e precedente la prima domenica di Quaresima. Questo perché nell'arcidiocesi della città della Madonnina si osserva il rito ambrosiano, per il quale il periodo quaresimale comincia con la prima domenica di Quaresima. A partire dal martedì grasso, quando termina il Carnevale per il rito romano, comincia dunque quello meneghino. Secondo una leggenda, alla base di questa tradizione pare ci fosse una richiesta di Sant'Ambrogio che, essendo in pellegrinaggio, avrebbe chiesto al suo popolo di posticipare l'inizio della Quaresima fino al suo ritorno in città.

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