Disfunzione erettile: se hai paura, ti succede. Cosa fare per evitarla

Nel 40 percento dei casi gli episodi di impotenza sono legati allo stress, come quello scatenato dall'ansia da prestazione. Inoltre, per alcuni uomini, ne basta un solo evento per innescare un vero e proprio trauma, che ‘presenta il conto' nelle occasioni successive. In altri termini, negli uomini predisposti – in particolar modo nei più giovani – un singolo episodio di disfunzione erettile può attivare una sorta di “circuito della paura” nel cervello, che alimenta l'insicurezza e produce nuovi casi di impotenza per cause legate esclusivamente emotive. Senza alcuna connotazione psicologica o patologica.
È quanto sottolineato dal presidente dell’Associazione italiana per la ricerca in sessuologia (AIRS) e segretario generale della Società italiana di chirurgia genitale maschile, il sessuologo Franco Avenia, intervenuto al Simposio di Andro-sessuologia in seno al XIII Congresso nazionale della Sicgem, attualmente in corso di svolgimento a Roma. Secondo lo specialista, intervistato da Adnkronos Salute, la metà dei casi di disfunzione erettile è legata a cause organiche; il 10 percento è connesso a disturbi psicopatologici come la depressione, e circa il 40 percento ha invece cause psicogene, cioè è scatenato da un “eccessivo carico di stress, dovuto ad aspettative personali e sociali”, spiega Avenia.
Il fenomeno è diffuso fra i giovani ed è legato anche al fatto che l'età dei primi rapporti sessuali si è abbassata a 12/13 anni. I ragazzi si presentano ai primi appuntamenti più insicuri delle ragazze e possono andare facilmente “in crisi”, con la mancata erezione o la perdita di essa. La scarsa autostima può essere il volano per attivare la cosiddetta “memoria emotiva”, spiega lo specialista, e la paura che la situazione possa ripresentarsi aumenta sensibilmente il rischio di un nuovo episodio di disfunzione.
Quando questo processo diventa sistematico, Avenia sottolinea la necessità di rivolgersi a un sessuologo e a un andrologo, che prescrivendo una terapia farmacologia accompagnata da opportune tecniche di rilassamento possono aiutare a contrastare il "circuito della paura".
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