Disastro ambientale in Russia, spiagge piene di animali morti: in mare misteriosa schiuma gialla
Sulla penisola russa della Kamchatka si sta consumando un disastro ecologico dalle origini misteriose, che sta provocando la morte di moltissimi animali marini. Si stima che possano esserne deceduti a milioni, circa il 95 percento del totale dell'area coinvolta. Una parte delle carcasse viene continuamente riversata lungo le spiaggie di Khalaktyrsky – nota meta turistica per gli amanti del surf – e nella baia di Avacha, a sud di Petropavlovsk-Kamchatsky, la città più popolosa della regione.
Tra gli animali morti vi sono polpi, ricci di mare, molluschi bivalvi, gasteropodi, pesci, crostacei e anche foche. Considerevole la massa di organismi vegetali (alghe e piante) finita sulla battigia. Secondo quanto dichiarato da Greenpeace Russia, dalle analisi dell'acqua sarebbero emerse concentrazioni di fenoli 2,5 volte superiori ai livelli nella norma e di prodotti petroliferi ben quattro volte superiori, pertanto si è pensato a un incidente non dichiarato a una petroliera di passaggio. Le immagini mostrano una schiuma di colore giallognolo sull'acqua, che si starebbe dirigendo verso diverse baie della regione. Uno dei dirigenti di WWF-Russia, il dottor Alexey Knizhnikov, ha tuttavia affermato che il disastro non avrebbe nulla a che vedere con oli e altro materiale di origine petrolifera.
Una delle ragioni risiede nel fatto che stanno morendo numerose specie bentoniche, che vivono cioè sui fondali marini, mentre i prodotti di natura petrolifera solitamente interessano gli strati superficiali: secondo il WWF sarebbe coinvolta una sostanza chimica ad alta solubilità che ha contaminato l'intera colonna d'acqua. Potrebbe essere stata trasportata in mare da uno dei fiumi della zona, ma ad oggi le aziende che insistono su di essi non hanno dichiarato alcun incidente. A suffragare la teoria del WWF il Ministero delle Risorse Naturali russo, che ha condotto alcune analisi preliminari sui campioni raccolti. In un primo rapporto si tenderebbe a escludere cause artificiali, dato che non sarebbe stata rilevata una concentrazione eccessiva di sostanze tossiche nocive. Risultati più approfonditi saranno rilasciati l'8 ottobre.
Stando alle dichiarazioni di alcune persone del posto, sarebbero almeno tre settimane che i surfisti sperimentano occhi arrossati, problemi alla gola e irritazione, avvertendo anche un odore insolito dell'acqua. I sintomi si manifesterebbero anche in chi non si immerge. Alcune autorità locali si sarebbero affrettate a smentire l'esistenza di problemi, ma le immagini che continuano a circolare sui social hanno spinto il governatore della Kamchatka Vladimir Solodov a minacciare il licenziamento di chiunque stia provando a minimizzare la portata del disastro. Ha anche ordinato la raccolta di campioni da far analizzare nei laboratori di Mosca.
Alcuni hanno ipotizzato che lo spiaggiamento delle carcasse possa essere legato a una tempesta, ma gli esperti non lo ritengono plausibile: “Ci sono specie di alghe rosse nelle foto. Vivono a profondità di 15 metri e oltre e non vengono colpite dalle tempeste. Possono essere portate sulla riva solo in casi estremamente rari, e certamente non in quantità così grandi. Personalmente, non le ho mai viste sulla riva. Lo stesso si può dire dei gasteropodi, i cui gusci vengono solitamente portati a riva vuoti. Ad esempio, possiamo vedere una conchiglia con dentro un mollusco morto”, ha dichiarato Sergey Korostelev, responsabile del programma per la Pesca Marina Sostenibile del WWF-Russia.
Secondo il vicepresidente dell'Accademia delle Scienze russa Andrei Adrianov, che condurrà ulteriori analisi sui campioni, una delle ipotesi sul tavolo è l'esplosione di alghe microscopiche, che rilasciano tossine e abbattono le concentrazioni di ossigeno nell'acqua. “Queste sostanze hanno un effetto neuroparalitico sugli animali a sangue caldo. Inoltre, durante lo sviluppo di massa delle microalghe, la quantità di ossigeno negli strati d'acqua diminuisce drasticamente e questo potrebbe causare la morte di massa degli organismi acquatici”, ha specificato lo scienziato. non resta che attendere i risultati di indagini più approfondite per sapere cosa stia effettivamente succedendo nel mare della Kamchatka.