Dipendenze patologiche: cosa sono e come riconoscerle
Concedersi una piccola trasgressione alle regole, soprattutto quando si è giovani, è considerata la normalità. Ma bisogna fare molta attenzione affinché non diventino un'abitudine che con il tempo può sfociare in un serio problema fisico e cognitivo. In questo caso, si parla di dipendenza patologica ed è una questione che interessa molte più persone di quanto non si possa credere. Le più comuni sono quelle legate all'uso di sostanze stupefacenti e al gioco d'azzardo, molto diffuse anche tra gli adulti, ma non bisogna sottovalutare anche quelle cosiddette "nuove", che stanno prendendo piede ultimamente e che sono legate all'innovazione tecnologica, come il cosiddetto Internet addiction Disorder. Ecco, di seguito, le dipendenze patologiche più note e le loro peculiarità.
Cosa sono le dipendenze patologiche?
Per dipendenza si intende l'alterazione di un comportamento che diviene man mano una abitudine patologica, sulla quale il soggetto perde ogni possibilità di controllo. La stessa dipendenza può essere poi fisica o psicologica. Nel primo caso, l'organismo della persona che fa abuso di una sostanza aumenta la sua soglia di tolleranza e necessita di dosi sempre maggiori per poter ottenere lo stesso effetto, manifestando, in caso contrario, chiari sintomi di astinenza, come sudorazione e dolori gastro-intestinali. Nel secondo caso, invece, talvolta associata anche al malessere corporeo, si è sopraffatti dal desiderio di fare uso della sostanza e non se ne riesce a fare a meno. L'oggetto di questa fantasia può essere l'alcol, la droga, il gioco d'azzardo, il cibo o anche Internet.
In ogni caso, però, tutte le dipendenze patologiche presentano delle caratteristiche comuni, che possono aiutare ad identificarle. Tra queste, vi sono l'incapacità della persona dipendente di portare a termine i propri compiti, l'uso continuativo della sostanza nel tempo, il ritiro dalla vita famigliare e sociale per poter soddisfare la propria esigenza e la non ammissione del problema. Attenzione, però, anche alla predisposizione biologica di un individuo come fattore di rischio: questa consisterebbe in una alterazione della produzione di neurotrasmettitori endogeni (specialmente la dopamina) su cui possono agire le sostanze che creano dipendenza. A ciò si aggiungano il contesto sociale, familiare e l'eventuale condizione di stress che possono portare la persona a fare abuso di un comportamento trasformandolo in patologia.
Le 5 dipendenze patologiche più diffuse
La tossicodipendenza e l'abuso di sostanze stupefacenti
Quella da sostanze stupefacenti è la dipendenza più diffusa e nota tra quelle patologiche. In genere il soggetto fa abuso di oppiodi e di droghe in generale, in primis l'eroina ma anche allucinogeni, sedativi e antidolorifici, generandone un bisogno tale da fargli perdere tutto, dal lavoro ai rapporti familiari e portandolo all'isolamento. Stesso discorso può essere fatto con droghe sintetiche e altre sostanze cosiddette chimiche, come l'alcol. La causa che spinge le persone a usare queste sostanze è generalmente il desiderio di essere sopraffatti da uno stato di euforia e di piacere, ma anche l'ambiente sociale in cui si vive può essere un fattore di rischio. L'arresto della somministrazione di quella sostanza scatena la ribellione del sistema nervoso centrale, che la richiede assiduamente, causando in questo modo sintomi gravissimi, diversi a seconda del tipo di droga e di via di assunzione. Numerosi sono gli effetti negativi sulla salute che possono portare questi comportamenti, tra cui depressione, Aids, epatite, cirrosi epatica e infine cancro.
Pornodipendenza: quando il sesso diventa ossessione
In Italia sono più di due milioni le persone che soffrono di pornodipendenza, per definizione una forma di compulsione che porta ad un abuso di materiale pornografico, per lo più accompagnato da masturbazione. Il 6% della popolazione maschile sviluppa una dipendenza sessuale, numeri questi aumentati negli ultimi anni anche a causa della fruibilità di questo materiale sul web. Le conseguenze, soprattutto psicologiche, non sono da sottovalutare: come la dipendenza da droga, il soggetto tende ad aumentare sempre più la mole di materiale da osservare per ottenere un livello maggiore di piacere rispetto a quanto sperimentato in precedenza, con il risultato di essere perseguitato da un senso di colpa altissimo e dall'abbassamento dell'autostima. Per non parlare di ciò che può portare a livello fisico, dall'impotenza al calo del desiderio al dolore durante l'eiaculazione. "Ho cercato di smettere diverse volte, – ha raccontato alle telecamere di Fanpage.it una persona affetta da questa dipendenza – ma senza successo, questa cosa ha portato a disprezzarmi fino al punto di volermi togliere la vita". Generalmente, questo disturbo viene curato tramite psicoterapia sia individuale che di gruppo, anche attraverso centri di ricerca o associazioni di auto aiuto.
Con la dipendenza da gioco l'azzardo diventa patologia
Quella del gioco d'azzardo, o ludodipendenza, è una delle prime forme di dipendenza non legata alla droga. Secondo dati recenti, soltanto in Italia ne soffrono quasi 700mila persone, per un giro di affari di 86 milioni di euro all'anno. In questo caso, giocare per poter vincere, soprattutto soldi, si trasforma in una ossessione, anche a dispetto delle ingenti somme di denaro che generalmente si rischia di perdere. Anzi, proprio l'eccitazione e il brivido legato alle grandi puntate sono alla base della dipendenza. Per questo, molti dei soggetti che ne soffrono sono spesso portati a pensare al suicidio. I sintomi sono gli stessi delle altre dipendenze, mentre tra le cause, oltre a fattori sociali e famigliari, ce ne sarebbero anche alcune di tipo biologico: ad esempio, alcuni studiosi hanno notato che i livelli di noradrenalina, un neurotrasmettitore, sarebbe inferiore, al momento del gioco, rispetto ai livelli dei giocatori d'azzardo occasionali. Anche la depressione e lo stress possono influire sulla patologia, dando la sensazione al soggetto dipendente di evadere in questo modo dalla realtà.
Dipendenza da cibo e incubo anoressia e bulimia
Tra i disturbi più diffusi tra i giovani c'è la dipendenza dal cibo, che si manifesta con la voglia irrefrenabile e compulsiva di mangiare senza sosta pietanze che provocano piacere, soddisfazione e felicità. In Italia sono più di tre milioni gli individui che convivono con questa patologia, di cui almeno due milioni sono adolescenti. Proprio come succede per la droga, anche questo tipo di dipendenza può essere sia fisica che psicologica ed è legata soprattutto all'assunzione di cibi grassi, che aumentano il desiderio di assumerne sempre di più, come nel caso delle patine fritte o delle ciliegie. A livello biologico, ciò è dovuto all'eccessivo funzionamento dell'area del cervello regolata dalla dopamina, il solito neutrotrasmettitore i cui livelli aumentano prima e durante un'esperienza piacevole. Quando questi sono troppo alti, c'è il rischio che si perda il controllo delle proprie azioni. Per quanto riguarda questo tipo di dipendenza, è molto importante la prevenzione, che può essere condotta a scuola o nella comunità per diffondere una dieta alimentare sana e corretta.
Attenzione anche a due comportamenti che sono considerati a tutti gli effetti disturbi legati al cibo: da un lato c'è l'anoressia, un disagio che impedisce alla persona di ingerire qualsiasi tipo di cibo e che nelle forme più gravi può portare anche alla morte, dall'altro la bulimia, per la quale un soggetto che ha ingurgitato grandi quantità di cibo ricorre a diversi metodi per non metabolizzarlo e quindi per non ingrassare, come il vomito autoindotto e l'intensa attività fisica.
l'Internet addiction Disorder
L'era digitale ha aperto nuove frontiere anche per quel che riguarda l'universo delle dipendenze, che non sono più solo rivolte a sostanze chimiche, come alcol e droga. Pertanto, si parla di Internet addicition Disorder quando l'oggetto della dipendenza è un'attività lecita o socialmente accettata, come condividere elementi sui propri social network e navigare sul web, che diventa una vera e propria ossessione. Ciò implica, prima di tutto, quello che i giapponesi chiamano Hikikomori, cioè il ritiro sociale che deriva dall'uso distorto della Rete. In questo modo il soggetto dipendente tende a vivere in un mondo parallelo e virtuale, che porta necessariamente ad una chiusura verso quello esterno e reale e in cui non c'è limite alla propria fantasia, superando di fatto un disagio materiale. Ma la dipendenza dal pc può avere anche conseguenze fisiche da non sottovalutare, come disturbi del sonno, mal di schiena, mal di testa e irregolarità nell'alimentazione.