Dipendenza da videogiochi: “È una malattia mentale”, la conferma dell’OMS
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito la dipendenza da videogiochi tra le patologie mentali, dando seguito all'intenzione annunciata alla fine del 2017. Il Gaming disorder è stato incluso nella sezione “Disturbi mentali, comportamentali e dello sviluppo neurologico” della nuova Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD – International Classification of Disease), l'ultima versione – l'undicesima – dell'atlante globale delle malattie messo a punto dall'agenzia speciale dell'ONU. Si tratta in realtà di una bozza, dato che il documento definitivo sarà presentato in seno all'Assemblea mondiale della sanità che si terrà a maggio 2019 ed entrerà in vigore a gennaio 2022. La versione preliminare dell'Icd-11, che contempla 55mila malattie, è necessaria per dare il tempo ai Paesi membri di organizzarsi, ad esempio per preparare traduzioni e formare gli operatori sanitari sulle nuove introduzioni, come appunto sulla dipendenza da videogiochi.
Ma di cosa si tratta esattamente? Nel mondo ci sono ben due miliardi di videogiocatori, e naturalmente questo disturbo mentale riguarda soltanto una piccolissima parte di essi. Chi ne soffre, in base a quanto indicato dall'OMS, presenta un modello comportamentale così assuefatto al videogioco – sia esso online o offline – tale da compromettere significativamente gli aspetti sociali, personali, lavorativi, affettivi ed educativi della sua vita. In pratica, i soggetti ammalati restano incollati allo schermo non curandosi di tutto ciò che li circonda, con effetti negativi non solo sulla salute psicologica, ma anche sulla salute fisica, dato che molto spesso non dormono, non mangiano e continuano imperterriti a smanettare con smartphone, computer e console, anche quando si palesano le conseguenze negative.
Per diagnosticare il Gaming disorder sono necessarie tre distinte condizioni: la totale perdita di controllo sul videogiocare, non curandosi più del tempo e della frequenza con cui ci si dedica all'attività; la priorità data ai videogiochi rispetto ad altri interessi e attività della vita quotidiana e il perdurare di questa condotta anche in presenza di conseguenze nefaste. Sono tutte condizioni riscontrabili in altre dipendenze, come quelle da droga o da gioco d'azzardo. Questo schema comportamentale deve essere evidenziato nell'arco di 12 mesi, tuttavia nei soggetti che manifestano tutte le condizioni e una compromissione palese della salute fisica e mentale, la diagnosi può essere fatta anche in tempi più rapidi.
L'OMS non intende assolutamente demonizzare i videogiochi, dato che hanno anche dimostrato ampia efficacia in ambito terapeutico ed educativo e sono utilizzati a scopo ricreativo da un numero enorme di persone, ma il comportamento di alcuni innanzi a essi ha tutti i criteri per essere considerato patologico.