Diane, pillola sotto accusa: la Francia blocca le vendite
La pillola Diane 35 ha da sempre avuto una storia piuttosto controversa: nata come farmaco da utilizzare nell'ambito di terapie anti-acne (o in generale per la cura di altre manifestazioni purché androgeno-dipendenti, come caduta di capelli ed irsutismo), non di rado viene prescritta anche come anti-concezionale (benché sia assolutamente non consigliato dallo stesso foglietto illustrativo) dividendo le opinioni di molti medici in merito alle proprie funzioni.
Adesso il dibattito relativo alla Diane 35 sembra essere giunto ad un punto di svolta, almeno in Francia, con la sospensione del medicinale da parte dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM): sospensione destinata a trasformarsi entro i prossimi tre mesi in divieto totale, dando così nel frattempo la possibilità alle donne che seguono terapie con tale pillola di concordare con il proprio medico i tempi e le modalità per interrompere definitivamente il trattamento. Per gli inizi di maggio del 2013, dunque, verranno ritirate dalle farmacie sia le confezioni di Diane 35, che viene distribuita dal gigante farmaceutico tedesco Bayer, sia tutti i generici corrispondenti; la prescrizione sarà vietata.
Autorizzata sul mercato francese nel 1987, Diane 35 viene utilizzata in Francia da circa 315.000 donne (dati del 2012) mentre, nel nostro Paese, il suo consumo è sensibilmente più basso, sostituito con farmaci dal dosaggio meno elevato o che sono maggiormente mirati sull'obiettivo. A far scattare l'allarme contro questo prodotto molto diffuso nelle terre d'oltralpe è stato l'annuncio, pochi giorni fa, che quattro decessi per trombosi avvenuti negli ultimi 25 anni sarebbero da mettere in correlazione all'uso di Diane.
In verità, come accade anche con le pillole anticoncezionali, i rischi di trombosi vengono regolarmente segnalati da parte della causa farmaceutica e sono leggibili sullo stesso foglietto illustrativo: per tale ragione, normalmente, prima di dare inizio a terapie con preparati estroprogestinici, ai singoli medici spetta il compito di prescrivere adeguate analisi e documentare l'eventuale presenza di precedenti nel paziente o nella sua famiglia di trombosi venosa o arteriosa.
Tuttavia, per l'ANSM resta il fatto che il rapporto rischi-benefici nell'ambito della terapia anti-acne è nettamente sfavorevole alla Diane 35 poiché, secondo quanto spiegato dalla stessa agenzia, gli ultimi dati dimostrerebbero con evidenza come il rischio tromboembolico sia più elevato di ben quattro volte nelle donne che ricorrono al farmaco: non poco, considerando che esistono numerose alternative (alcune anche molto efficaci) per la cura delle patologie dermatologiche e ricordando sempre che, anche se viene prescritta come tale, Diane 35 non è una pillola anticoncezionale. Ora l'ANSM ha annunciato che si impegnerà anche a livello comunitario per «ritirare, sospendere o modificare» tutte le autorizzazioni in Europa.