video suggerito
video suggerito
Covid 19

Depressione per metà dei pazienti Covid: più a rischio chi sviluppa mal di testa e sintomi gravi

La metà dei pazienti che superano l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 va incontro a depressione. Chi sperimenta mal di testa e sintomi gravi durante la malattia ha probabilità maggiori di sviluppare il disturbo depressivo maggiore. Donne e anziani hanno un rischio inferiore rispetto a uomini e giovani.
A cura di Andrea Centini
2.315 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Circa la metà dei pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 sviluppa sintomi ascrivibili al disturbo depressivo maggiore. La depressione si manifesta con maggiori probabilità in chi, durante il periodo della malattia, sperimenta il mal di testa e/o ha sintomi generalmente più gravi. Gli uomini che hanno avuto la COVID-19 (l'infezione provocata dal patogeno pandemico) hanno un rischio più elevato delle donne di sviluppare sintomi depressivi, così come i più giovani infettati soffrono del problema mentale più degli anziani.

A determinare queste associazioni tra depressione e infezione da coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Massachusetts General Hospital di Boston, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard, dell'Università Rutgers di New Brunswick e dell'Università Nordoccidentale. I ricercatori, coordinati dal professor Roy H. Perlis, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le risposte a questionari standardizzati di decine di migliaia di volontari durante la pandemia.

Come spiegato dal professor Perlis e dai colleghi nell'abstract dello studio, dopo aver sperimentato la COVID-19 molti pazienti vanno incontro a problemi di umore, insonnia, ansia e affaticamento, “che possono contribuire a tassi notevolmente elevati di disturbo depressivo maggiore”, come emerso da diversi studi epidemiologici. Per determinare la diffusione dei sintomi depressivi tra i pazienti COVID e quali fossero a maggior rischio hanno predisposto questionari online ad hoc e li hanno sottoposti a un'ampia platea di cittadini americani, tra giugno 2020 e gennaio 2021. Tra quelli che hanno risposto, in poco meno di quattromila (3.904) hanno dichiarato di essere stati contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2. Avevano un'età media di 38,1 anni e nella maggior parte dei casi si trattava di uomini (le donne erano il 44,3 percento, 1.730). Il 10,7 percento era composto da ispanici; l'11,2 percento da neri; e il 3,6 percento da asiatici. Oltre ad aver risposto a questionari sociodemografici (dedicati a età, sesso, reddito, etnia etc etc), i partecipanti hanno anche risposto a domande relative alla gravità percepita della COVID-19 (da "per niente" a "molto") e al Questionario sulla salute del paziente-9 (PHQ-9), utilizzato per determinare tramite punteggio l'incidenza dei sintomi depressivi.

Incrociando tutte le informazioni è emerso che oltre duemila partecipanti, pari al 52,4 percento del totale, dopo l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 ha sviluppato sintomi ascrivibili al disturbo depressivo maggiore. Come indicato, chi aveva sviluppato mal di testa o sintomi gravi aveva un rischio maggiore di essere depresso, così come gli uomini rispetto alle donne e le fasce di età più giovani rispetto a quelle più mature. “I nostri risultati si aggiungono a un crescente corpo di prove che suggeriscono l'importanza di considerare potenziali sequele neuropsichiatriche causate dalla COVID-19. I nostri risultati suggeriscono anche l'importanza di considerare strategie che potrebbero mitigare l'elevato rischio di sintomi depressivi nei pazienti che sviluppano un'infezione acuta”, scrivono Perlis e colleghi. I dettagli della ricerca “Association of Acute Symptoms of COVID-19 and Symptoms of Depression in Adults” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Research Letter.

2.315 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views