Dennis Tito: “Un viaggio per Marte nel 2018”
Ancora un’altra dichiarazione fantascientifica nel settore delle imprese spaziali private. Dopo che Elon Musk, il miliardario presidente di SpaceX, ha promesso di conquistare Marte entro il prossimo decennio, prima che ci riesca la stessa NASA, ora è il turno di Dennis Tito, che nel 2001 fu il primo turista spaziale della storia ad alloggiare nella costruenda Stazione Spaziale Internazionale. In una conferenza stampa molto seguita – notizie erano state fatte trapelare nei giorni precedenti – Tito ha presentato il progetto di una vera e propria crociera per due persone in direzione Marte da realizzare tra cinque anni. A capo della Inspiration Mars Foundation, ente no-profit che punta a rilanciare l’avventura umana nello spazio, Dennis Tito, che dopo essere diventato ricco con la sua attività di consulente finanziario si è riciclato nel settore spaziale, sostiene che non ci sono impedimenti per costruire un’astronave in grado di raggiungere l’orbita di Marte e ritornare sulla Terra in un viaggio di 16 mesi, senza sbarco sul Pianeta Rosso.
L'incognita dei raggi cosmici
Il tutto avverrà nel 2018, non perché prima non sia possibile, ma perché quell’anno coincideranno due situazioni che favoriranno il viaggio. Da un lato, un momento di massimo avvicinamento tra la Terra e Marte che non si ripeterà per qualche anno, permettendo di ridurre la distanza e il tempo di viaggio. Dall’altro, un periodo di minimo dell’attività solare, che nel 2013 raggiungerà il suo picco prima di entrare in una nuova fase di quiescenza. Cosa che sarà fondamentale dal momento che le tempeste solari e i flares prodotti dalla nostra stella sono i peggiori nemici per la salute umana nello spazio, dove non c’è un campo magnetico in grado di deflettere i letali raggi che possono provocare seri danni agli organismi viventi.
In realtà, rischi per la salute ci saranno comunque. Il vento solare, infatti, funge da schermo nei confronti dei raggi cosmici provenienti dal di fuori del sistema solare, che sono a loro volta molto pericolosi per la capacità che hanno di danneggiare il DNA e aumentare la probabilità di sviluppare tumori. In un momento di minimo solare, l’esposizione dell’astronave ai raggi cosmici aumenterà, sostiene Marco Durante della Technical University di Darmstadt in Germania. Finora il record di esposizione ai raggi cosmici è di 12 mesi, ma in orbita terrestre, dove persiste una seppur minima protezione offerta dal campo magnetico. Nessuno sa che effetto potranno avere i raggi cosmici nello spazio profondo sugli esseri umani.
Fly-by di Marte e ritorno
Jonathan Clark, esperto dell’argomento, e supervisore del volo supersonico dalla stratosfera di Felix Baumgartner, minimizza: l’equipaggio sarà quasi certamente esposto a una dose di radiazioni che aumenterà il rischio di cancro del 3%, ma si tratta di una percentuale minima, che rientra nei limiti previsti dalla NASA per i propri astronauti, e in ogni caso “se torni indietro e scopri di avere un cancro, possiamo curarlo sulla Terra”. La missione costituirà infatti anche un importante test per l’abitabilità dello spazio, e gli astronauti usufruiranno di medicine personalizzate pensate apposta per limitare al massimo gli effetti delle radiazioni spaziali sulla salute. Partiranno in tre: una coppia e un pilota, probabilmente una donna, che guiderà l’astronave (anche se i due passeggeri saranno addestrati per sostituirla in caso di necessità). Non sono ancora iniziate le selezione per comporre la crew.
I tre astronauti vivranno in un ambiente di 17 metri quadri dove sperimenteranno l’assenza di gravità e vivranno come all’interno della ISS. L’esperimento Mars500, che nel 2011 chiuse un gruppo di aspiranti astronauti in un’installazione in Russia per 18 mesi, allo scopo di simulare la reazione alla vita in un luogo chiuso, si è conclusa con successo dimostrando che non dovrebbero emergere problemi psicologici. Tutto quindi è assolutamente fattibile, anche dal punto di vista tecnologico, benché Dennis Tito non abbia reso noto il costo complessivo del progetto. La parte più complessa, l’atterraggio e la ripartenza da Marte, sarà evitata: l’astronave si limiterà a effettuare un fly-by, un volo ravvicinato al pianeta rosso, passando a poche centinaia di chilometri dalla superficie, prima di ritornare sulla Terra. Il problema maggiore potrebbe emergere, tuttavia, all’atterraggio. L’astronave dovrà restare in orbita per una decina di giorni prima di perdere abbastanza velocità da provare il rientro, e anche allora l’ingresso in atmosfera avverrà a 14 chilometri al secondo. Ma per il 2018 Dennis Tito è sicuro che il problema sarà risolto.