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Come fanno pietre di 300 chilogrammi a spostarsi da sole?

Trovate in Spagna delle rocce “erranti” simili a quelle della Valle della Morte. Si spostano grazie al vento e ad una sostanza scivolosa prodotta da un tappeto di alghe unicellulari.
A cura di R. Z.
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Per decenni i geologi di tutto il mondo sono stati affascinati dal mistero delle "pietre erranti", le enormi rocce, pesanti anche 300 chilogrammi, che per via di un particolare fenomeno geologico riescono a spostarsi per lunghe distanze lungo la Racetrack Playa, un lago asciutto che si estende nella Valle della Morte, in California. Un fenomeno molto simile è stato osservato di recente in Spagna da un altro team di geologi dell'Università Complutense di Madrid (UCM). Le pietre, più piccole, possono pesare al massimo 7 chilogrammi e come le cugine situate oltreoceano anche queste "passeggiano" sul fondo asciutto di un lago, nella laguna Altillo Chica, non lontano da Toledo.

I nuovi sassi erranti percorrono anche 100 metri. L’annuncio, pubblicato sulle pagine della rivista “Earth Surface Processes and Landforms”, precisa che le rocce in questione lasciano dietro di sé dei veri e propri sentieri, lunghi anche oltre 100 metri. Come per i sassi ambulanti della California anche in Spagna risulta esser fondamentale l’azione del vento. Ci sono però delle differenze. Mentre nella Racetrack Play la dislocazione è favorita da un sottilissimo strato di ghiaccio, spesso dai 3 ai 6 millimetri, in Spagna a facilitare il movimento dei sassi è il substrato costituito dai microrganismi che colonizzano il terreno secco della laguna.

Le rocce non si spostano trasportate dal ghiaccio. Un tappetto composito, costituito da cianobatteri, alghe unicellulari e altri piccoli organismi che vivono sul fondo dello stagno e che secernono sostanze scivolose. María Esther Sanz, autore della scoperta, evidenzia come vi siano diversi indizi che confermano la sua teoria. Lo scienziato spagnolo esclude tuttavia che le rocce si spostino trasportate dal ghiaccio. "Questo stagno, come altri simili situati nella zona – sottolinea l’esperto – sono caratterizzati da una salinità estremamente importante. L’acqua, di fatto, raggiunge raramente una temperatura sufficiente al congelamento”.

"E’ necessario salvaguardare questo posto". – I ricercatori dovranno comunque effettuare altri rilievi e cercare nuove prove. "Da quando nel 2012 abbiamo osservato il fenomeno – ha concluso Sanz – ci siamo imbattuti in sette pietre erranti”. In effetti poche per poter dare risposte certe alle tante domande ancora aperte. Una cosa comunque sembra esser sicura: “E’ necessario salvaguardare questo posto”.

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