DAMPE è partito per lo spazio, darà la caccia alla materia oscura
Erano le 8:12 del mattino del 17 dicembre (da noi ancora l’1:12 di notte) quando DAMPE (DArk Matter Particle Explorer) ha lasciato la base di lancio cinese nel deserto dei Gobi, Jiuquan Satellite Launch Center, per andare in orbita a bordo di un razzo vettore Long March 2D. Destinazione: quota 500 chilometri circa, altitudine dalla quale DAMPE cercherà di captare segnali di materia oscura nel flusso di raggi cosmici che incessantemente investono la Terra.
Collaborazione tra Cina e Italia
Una missione che dovrebbe durare almeno tre anni e che si serve delle più avanzate tecnologie disponibili per la rivelazione di particelle elementari e che vede anche una gran parte di lavoro italiano: il satellite è, infatti, frutto della collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con le sezioni di Perugia, Bari e Lecce, la Chinese Academy of Sciences, le Università di Perugia, Bari e del Salento e l’Università di Ginevra.
Nella materia oscura
La materia in cui siamo immersi è per buona parte sconosciuta. I fisici sanno che la materia oscura compone praticamente tutto ed è cinque volte più abbondante di quella ordinaria, che tiene assieme le galassie in una ragnatela cosmica avvolgendo anche la Via Lattea, che la sua massa piega la traiettoria della luce e muta ai nostri occhi la posizione delle stelle (secondo quanto previsto dalla Relatività Generale di Einstein); ma sanno anche che la sua presenza è rilevabile soltanto indirettamente, che non assorbe né emette luce né sembra interagire e che è estremamente elusiva. Soprattutto ignorano quale sia la sua natura. Ecco perché si cerca da anni di scovarne le tracce, nei sotterranei del Gran Sasso come nel CERN di Ginevra nell’LHC; e anche nello spazio.
Il lavoro di DAMPE
Sarà DAMPE, adesso, a dover indagare in questo "mistero scientifico" grazie ai suoi 1900 chili di stazza, di cui 1400 rappresentati dai quattro esperimenti scientifici, misurando la direzione di arrivo dei fotoni cosmici e differenziando, allo stesso tempo, le specie nucleari componenti i raggi cosmici e la loro traiettoria, fornendo così nuovi dati per comprendere origine e propagazione dei raggi cosmici ad alta energia. Le informazioni raccolte da DAMPE saranno una grande opportunità per indagare nei fenomeni ad elevatissime energie di quello che è noto come l’Universo violento, proseguendo il lavoro già iniziato dagli altri osservatori di raggi gamma e X nello spazio, ha spiegato Fabio Gargano della sezione INFN di Bari.
«Per la prima volta viene messo in orbita uno strumento che migliorerà le potenzialità nella ricerca dei raggi gamma prodotti dall’annichilazione di particelle di materia oscura» ha spiegato Mario Nicola Mazziotta della sezione INFN di bari.