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Dal buco dell'ozono arrivano dei timidi miglioramenti

La messa al bando di alcuni gas sta portando a dei primi progressi in Antartide; tuttavia nell’Artico si è verificata quest’anno una perdita significativa.
A cura di Nadia Vitali
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Si è tenuta ieri la Giornata Internazionale per il mantenimento dello strato di ozono, promossa dall'UNEP, il programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente: la data del 16 settembre fu scelta dall'ONU, quando la giornata venne istituita nel 1995 per la prima volta, per ricordare il 16 settembre del 1987, quando grazie al Protocollo di Montreal, vennero messi al bando i gas Cfc, principali colpevoli della distruzione dello strato di ozono al di sopra dei poli; trattato ratificato da ben 196 nazioni, ovvero ancor più del protocollo di Kyoto.

Oggi sul banco degli imputati sono tornati dei nuovi gas, gli Hcfc, su cui esiste già una polemica per le emissioni tra Italia e Svizzera; gas che, comunque, dal 1° gennaio del 2015 verranno anch'essi messi fuori produzione. La gravità della situazione ha messo tutti i paesi nelle condizioni di doversi assumere le proprie responsabilità; i risultati, tuttavia, da quando alcuni gas sono stati vietati, stanno iniziando a vedersi: la situazione, infatti, è migliorata per quanto riguarda il buco al di sopra dell'Antartide, passato dai 29,6 milioni di chilometri quadrati del 25 settembre 2006 ai 22,6 del medesimo giorno del 2010. Certo, un miglioramento lento, dovuto anche al fatto che i gas Cfc durano nell'atmosfera e avranno ancora effetti a lungo sullo strato di ozono.

Nel frattempo, però, la situazione sull'Artico ha fatto invece registrare un'inaspettato e repentino peggioramento: una perdita del 40% dello strato di ozono ha naturalmente messo in guardia gli scienziati che restano, quindi, piuttosto cauti sui progressi dell'atmosfera. Tuttavia, stando a quanto dichiarato da Vincenzo Ferrara, responsabile della rivista Eai dell'Enea, le ragioni non sarebbero questa volta da ricercare nella mano dell'uomo, bensì in «un vortice polare artico molto intenso che ha distrutto ozono dell'area artica»: insomma il freon o gli altri gas che danneggiano lo strato dell'ozono non sarebbero coinvolti.

La questione del buco dell'ozono, merita sempre una certa attenzione: non tutti sono a conoscenza del fatto che le radiazioni ultraviolette emesse dal Sole, in particolare quelle UV-B, oltre ad essere dannosissime per la salute umana, causando problemi a pelle ed occhi, devono essere assorbite dallo strato di ozono, dal momento che, se giungessero a terra, inciderebbero sul DNA delle cellule. Bene, dunque, non perdere mai d'occhio questa preziosa fascia che protegge la vita sul nostro pianeta. (fonte La Stampa)

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