Da consumarsi “entro” o “preferibilmente”? L’equivoco che costa caro
Giusto una piccola modifica alla stampa sul retro dei contenitori degli alimenti ed ecco che sprechi e rifiuti si riducono, senza mettere a rischio la salute dei consumatori. Guillaume Garot, Ministro dell'industria alimentare in Francia, sta promuovendo anche in ambito europeo una campagna per abbattere la massa dei rifiuti (apparentemente) scaduti, partendo per l'appunto dall'etichettatura. Secondo la statistica, i francesi buttano a testa, ogni anno, circa 20 chili di cibo. Alla base di questo spreco c'è spesso un equivoco, come la cattiva comprensione della differente definizione posta sul retro delle confezioni. In particolare, non tutti capiscono la profonda differenza tra "Da consumarsi entro…" e "Da consumarsi preferibilmente entro…". Le due definizioni, spesso per eccesso di prudenza, vengono ritenute equivalenti, mentre la seconda, in realtà, si riferisce esclusivamente alle qualità organolettiche dell'alimento.
Una ricerca svedese pubblicata su The Journal of Cleaner Production ha invitato un campione di cittadini di fare attenzione, per una settimana, alla quantità, qualità e provenienza dei propri rifiuti. E' emerso che, secondo una stima degli stessi partecipanti, l'11,5% dei 100 kg di rifiuti proveniva da alimenti ritenuti scaduti, perché superata la data "preferibile". Esempio tipico di questo equivoco è rappresentato dalla yogurt, il cui PH basso e l'uso del latte pastorizzato fanno sì che sia molto difficile che maturi cause di malattie alimentari pochi giorni dopo la data entro cui consumare "preferibilmente" il prodotto.
Ma le perplessità non riguardano solo l'indicazione "Da consumarsi preferibilmente". Waste and Resources Action Programme (WRAP), associazione non-profit impegnata contro gli sprechi alimentari, ha evidenziato che il 75% degli yogurt in circolazione porta la scritta "Use by" (lett. "Da usare a partire da"), che suggerisce a molti consumatori di buttare il prodotto se non consumato entro una settimana dalla data indicata. Etichette simili, che servono ai piccoli e medi distributori, non possono essere interpretati correttamente dagli stessi consumatori, che (giustamente) preferiscono approssimare la valutazione per difetto.
Il governo francese è dunque intenzionato a rivedere tutto il sistema dell'etichettatura, affinché, garantendo la salute dei cittadini, si possa dar loro maggiore consapevolezza grazie ad una comunicazione più semplice ed immediata.