Scienziati italiani scoprono come viaggiare nello spazio-tempo: non è andata così
Secondo diverse agenzie e testate nostrane un team di fisici avrebbe realizzato dei cunicoli spazio-tempo in laboratorio, in scala molto ridotta. Si tratterebbe dei cosiddetti wormhole. Questi se esistessero dovrebbero permetterci di viaggiare nello spazio e nel tempo. Il "prototipo" dovrebbe essere pubblicato sulla rivista International Journal of Modern Physics D, a cui farà seguito un esperimento condotto in Italia, all'università di Napoli Federico II.
Cos'è un wormhole? Si tratta di una soluzione delle equazioni di campo di Einstein, ha una struttura che collega punti distanti nello spazio-tempo, la rappresentazione grafica è simile ad un tunnel, con le due estremità ciascuna in punti separati del cosmo. Tali connessioni sono coerenti con la teoria della relatività generale, ma sono puramente teoriche. Detta in maniera brutale e un po' imprecisa, servono a far quadrare i conti dei matematici e dei fisici.
Nessun wormhole è stato riprodotto in laboratorio, nemmeno in scala ridotta. Lo studio è disponibile online ed è stato pubblicato sul sito di ArXiv, basta leggerlo: i ricercatori hanno costruito un sistema fisico di foglietti di grafene, questo per trarne un modello in grado di imitare il comportamento di un wormhole, ovvero di un tunnel spazio-tempo. Tutto quel che viene messo in gioco sono correnti di densità elettronica. Perché agenzie e principali testate italiane ci vedono dei viaggi nel tempo? Perché leggiamo di "cunicolo spazio-temporale"? La prima frase dell'abstract è sufficiente a capire l'equivoco, senza necessariamente addentrarci nel complesso linguaggio degli addetti ai lavori:
Proponiamo un modello che descrive l'evoluzione della corrente di elettroni di densità libera nel grafene.
Esistono dei precedenti. Non è la prima volta che si annunciano "scoperte" di questo tipo. Ne trattavamo già in un articolo precedente. Al solito si tende a considerare le rappresentazioni divulgative, che definiscono meccanica quantistica da un lato e teoria della relatività dall'altro, come fossero rappresentative in maniera immediata della realtà. In questo caso però si va anche oltre, confondendo un modello rappresentativo col fenomeno rappresentato.