Covid grave improbabile nei vaccinati contagiati dalla variante Omicron, secondo il CEO di BioNTech
Il professor Ugur Sahin, amministratore delegato e fondatore della società biofarmaceutica tedesca BioNTech, ha dichiarato che il vaccino anti Covid di Pfizer probabilmente offrirà una protezione sostanziale dalla malattia grave scatenata dalla variante Omicron, la nuova variante di preoccupazione (VOC) emersa in Sudafrica e caratterizzata da un numero sconcertante di mutazioni. Lo scienziato, che insegna oncologia all'Università di Magonza, ha specificato alla Reuters che con la terza dose – il richiamo o booster – si otterrà probabilmente una protezione ancora maggiore rispetto al ciclo vaccinale completo a due dosi e alla singola dose. Il vaccino resta dunque l'arma più preziosa che abbiamo per proteggerci dal coronavirus SARS-CoV-2 e dalle sue varianti, assieme a distanziamento sociale, uso delle mascherine laddove richiesto e igiene delle mani.
Al momento si sa ancora poco sulla nuova variante e gli scienziati stanno analizzando dati e conducendo esperimenti per comprenderne il potenziale rischio aggiuntivo in termini di trasmissibilità, aggressività e capacità di eludere gli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti dai vaccini anti Covid che quelli derivati da una precedente infezione naturale. Come specificato all'agenzia di stampa britannica dal professor Sahin, che assieme alla moglie Özlem Türeci ha messo a punto il vaccino Covid a mRNA (RNA messaggero) commercializzato da Pfizer, nelle prossime due settimane si terranno specifici test di laboratorio con campioni di sangue delle persone vaccinate con due o tre dosi del Comirnaty (il nome del vaccino di Pfizer-BioNTech), al fine di determinare se gli anticorpi – le immunoglobuline IgG – in essi presenti sono in grado di neutralizzare la variante Omicron. I risultati indicheranno se sarà necessario aggiornare gli attuali vaccini oppure lasciarli così come sono. Com'è noto il vaccino Covid di Pfizer istruisce il sistema immunitario a produrre difese contro la proteina S del coronavirus SARS-CoV-2; poiché quella della nuova variante ha ben 32 mutazioni rispetto al virus di Wuhan, è possibile che il vaccino possa risultare meno protettivo.
Non a caso Sahin ha detto alla Reuters di aspettarsi che i test di laboratorio mostreranno una certa perdita di protezione del farmaco contro la COVID-19 lieve e moderata, sebbene l'entità di tale perdita sia difficile da prevedere. Discorso diverso invece per il contrasto alla forma grave dell'infezione: “Pensiamo che sia probabile che le persone abbiano una protezione sostanziale contro le malattie gravi causate da Omicron”, ha sottolineato lo scienziato di origine turca, aggiungendo che con le tre dosi tale protezione sarà verosimilmente migliore. L'esperto ha inoltre affermato al Wall Street Journal che seppur il virus possa essere in grado di eludere gli anticorpi generati dal vaccino, resterà probabilmente vulnerabile alle cellule immunitarie che circolano nell'organismo dopo la vaccinazione.
“Secondo me non c'è motivo di essere particolarmente preoccupati. L'unica cosa che mi preoccupa al momento è il fatto che ci siano persone che non sono state affatto vaccinate”, ha chiosato Sahin, dimostrando un certo ottimismo sull'efficacia del “suo” vaccino contro la nuova variante emersa in Sudafrica. Nonostante ciò, Pfizer e BioNTech stanno già lavorando a un richiamo aggiornato contro la variante Omicron. Uno dei vantaggi dei vaccini a mRNA è infatti quello di poter essere aggiornati contro le varianti e ottenere l'approvazione in breve tempo, circa 6 settimane secondo l'epidemiologa americana Katelyn Jetelina. Al momento, tuttavia, non è ancora certo se servirà o meno la commercializzazione di questo aggiornamento. Non resta che attendere i risultati dai test di neutralizzazione e i dati epidemiologici sulla nuova variante per sapere come decideranno di muoversi le case farmaceutiche.