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Covid-19 nei bambini, cosa sappiamo un anno dopo

Quanto è pericoloso il coronavirus nei più piccoli? E quali sono i bambini più a rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19? Sulla base delle ricerche disponibili, uno studio pubblicato su Jama Pediatrics riassume le attuali conoscenze sull’infezione da Sars-Cov-2 nella popolazione pediatrica.
A cura di Valeria Aiello
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A ormai un anno da quello che, secondo uno studio dell’Università Statale di Milano, è il primo caso di coronavirus che riguarda un bambino in Italia, sono diversi gli aspetti consolidati riguardo l’infezione da Sars-Cov-2 nell’età pediatrica. Ad oggi, la ricerca ha infatti fornito più elementi, in gran parte rassicuranti, circa il rischio che i più piccoli possano contrarre la malattia e andare incontro a forme gravi di Covid-19, oltre che sul perché, nel complesso, i bambini si ammalano meno spesso degli adulti. Tuttavia, davanti a sintomi sospetti, come tosse, febbre o raffreddore, per i genitori è importante non farsi cogliere impreparati, così come è importante sapere come comportarsi nel caso in cui non ci sia un’evidente urgenza. In tal senso, sulla base delle informazioni ad oggi disponibili, uno studio pubblicato su Jama Pediatrics riassume le attuali conoscenze sull’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini, fornendo una guida utile su alcuni aspetti da tenere in considerazione.

I bambini sono a rischio?

Sappiamo che il coronavirus Sars-Cov-2, spiegano i ricercatori, si diffonde principalmente tramite le goccioline respiratorie quando le persone con infezione tossiscono, starnutiscono, parlano o addirittura respirano, sebbene possa diffondersi in altri modi. Alcune persone con Covid-19 sviluppano sintomi più comuni, come febbre, tosse, mancanza di respiro, dolori muscolari, mal di testa e diarrea, e sintomi simili a quelli di altre infezioni virali come l'influenza, mentre altre non mostrano alcun sintomo evidente. I bambini possono contrarre l’infezione da membri della famiglia e altri contatti stretti, come amici e insegnanti a scuola e durante le attività sportive. Man mano che i bambini crescono, il rischio di ammalarsi abbastanza da essere ricoverati in ospedale è maggiore, sebbene anche i neonati e bambini più piccoli siano a grande rischio. Il rischio di morte nei bambini è di gran lunga inferiore rispetto agli adulti, ma alcuni bambini sono morti di Covid-19. Bambini ispanici, neri, indiani d'America o nativi dell'Alaska sono a maggior rischio di malattie gravi e morte.

I bambini con esigenze sanitarie particolari

Gli studi hanno dimostrato che i bambini che soffrono di determinate condizioni di salute sono esposti a un più alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19. Queste condizioni, tra le altre, includono obesità, asma, disturbi neurologici, malattie cardiache e compromissione del sistema immunitario.

Che cos'è la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini?

Raramente, i bambini che contraggono l’infezione da coronavirus Sars-Cov-2 COVID-19 sviluppano una condizione chiamata sindrome infiammatoria multisistemica. Questa sindrome può presentarsi da 2 a 4 settimane dopo l’infezione e, in alcuni casi, i bambini non mostrano sintomi di Covid-19. Per coloro che sviluppano la sindrome infiammatoria multisistemica è rischiesto il ricovero in ospedale e in molti casi sono necessarie complesse terapie di supporto per contrastare quella che sembra essere una forte risposta del corpo all’infezione. Alcuni bambini con questa condizione sono morti.

Cosa possono fare i genitori?

Il principale modo per prevenire la Covid-19 è evitare di essere contagiati. Tutti i membri della famiglia, raccomandano gli studiosi, dovrebbero per prima cosa, rispettare le tre regole essenziali : (1) mantenere la distanza interpersonale; (2) indossare la mascherina; (3) lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone per più di 20 secondi, evitando di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani non lavate. In secondo luogo, evitare: (1) gli spazi chiusi con scarsa ventilazione; (2) i luoghi affollati; e (3) i contatti ravvicinati, come le conversazioni a poca distanza.

I vaccini antinfluenzali sono consigliati ogni anno per tutti i bambini di età superiore ai 6 mesi e quest’anno sono ancora più importanti per evitare la possibilità di contrarre l’influenza e l’infezione da Sars-CoV-2 contemporaneamente. Quando i vaccini Covid-19 saranno disponibili anche per l’età pediatrica, sarà importante verificare la possibile somministrazione con il proprio medico di famiglia o con il pediatra.

I genitori devono bilanciare i propri bisogni e quelli dei propri figli, insegnando loro come socializzare in sicurezza con i coetanei. I genitori dovrebbero inoltre consultare il proprio sistema scolastico e dipartimento sanitario per ottenere informazioni circa la diffusione locale di Covid-19, nonché regole e procedure scolastiche. "Vogliamo –  concludono i ricercatori – mantenere i bambini al sicuro, riducendo al minimo i rischi per se stessi, i loro amici, i membri della famiglia, compresi i nonni e i più fragili".

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