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Cos’è la variante del coronavirus isolata a Napoli e perché potrebbe essere più insidiosa

Presenta una serie di mutazioni che preoccupano gli esperti, compresa la sostituzione E484K rilevata nelle varianti sudafricana e brasiliana. Finora sono stati individuati 39 casi in Gran Bretagna, 35 in Danimarca e altri pochi casi in una decina di Paesi ma non era mai stata segnalata in Italia.
A cura di Valeria Aiello
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Particelle di coronavirus nel sangue / NIAID
Particelle di coronavirus nel sangue / NIAID

Una nuova variante del coronavirus, diversa da quelle finora segnalate in Italia, ma non sconosciuta. È stata riscontrata in un professionista rientrato in Campania da un viaggio in Africa e risultato positivo al tampone, dopo che i ricercatori dell’Istituto Pascale e dell’Università Federico II di Napoli hanno sequenziato il virus, scoprendo che si trattava di una variante mai individuata in Italia.

La variante Covid isolata a Napoli

La variante, di cui al momento non si conoscono l’indice di trasmissibilità né altre caratteristiche determinate dalle mutazioni, si chiama B.1.525 ed è stata isolata per la prima volta nel dicembre scorso in Inghilterra e in Nigeria. Ad oggi, sono stati individuati 39 casi nel Regno Unito, 35 in Danimarca e altri pochi casi in una decina di Paesi, tra cui Francia, Spagna, Belgio, Finlandia, Canada, Stati Uniti d’America e Australia.

Sulla base delle prime informazioni, la variante presenta una serie di mutazioni che destano particolare preoccupazione tra gli esperti, alcune già osservate nella variante inglese (B.1.1.7 o Variant of Concern 202012/01) e in quelle brasiliana (P.1. / B.1.1.248) e sudafricana (501.V2). Nel rapporto dei ricercatori del Rambaut Group dell’Università of Edinburgo che per primi hanno isolato la nuova variante, è indicato che il lignaggio B.1.525 presenta delezioni simili alla variante B.1.1.7 e una serie di sostituzioni osservate in P.1 e 501.V2, tra cui la mutazione E484K a livello della proteina Spike, ovvero la glicoproteina di superficie che Sars-Cov-2 utilizza per legare le cellule umane e penetrare al loro interno.

Questa mutazione, osservata anche nella varianti inizialmente isolate in Sudafrica e Brasile, è una delle sostituzioni che desta maggiore preoccupazione, in quanto localizzata nel sito di legame al recettore (RBD) della proteina Spike e, secondo le prime conclusioni sulle altre varianti in cui è presente, potrebbe essere associata alla capacità del virus di sfuggire alla risposta immunitaria indotta da precedenti infezioni del virus originario o dalla vaccinazione. Una modificazione che potrebbe dunque risultare particolarmente insidiosa anche nella variante isolata a Napoli e in grado di conferire al virus la possibilità di eludere il riconoscimento da parte degli anticorpi diretti contro il virus wild type.

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