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Cos’è il linfoma B al cervello che ha colpito l’astronauta Paolo Nespoli

Il tipo di tumore diagnosticato l’anno scorso all’ex astronauta italiano rappresenta un terzo di tutti i linfomi a cellule B. Esordisce con una massa a rapida crescita e sintomi estremamente variabili, spesso accompagnati da segni neurologici secondari.
A cura di Valeria Aiello
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Per l’ex astronauta italiano Paolo Nespoli, la prova più dura è iniziata nel novembre dello scorso anno. Tutto è partito da una grande stanchezza, poi i controlli di routine e la Tac alla testa hanno mostrato un tumore, che la biopsia ha rivelato essere un linfoma B al cervello, una rara ma aggressiva neoplasia che interessa il sistema linfatico cerebrale. “Comincia un nuovo viaggio, terrestre, durissimo: prima la chemioterapia, nel mezzo la riabilitazione per ricominciare a camminare, ad agosto l’autotrapianto di cellule staminali” racconta Nespoli in un’intervista al Corriere della Sera.

Nespoli, oggi molto diverso da come lo abbiamo conosciuto negli anni dei voli nello spazio, ha fatto “tutto quello che c’era da fare” e, a parte gli inizi, i momenti più difficili della malattia sono legati agli effetti collaterali dovuti alla terapia. “Non ho mai temuto di non farcela, però forse avevo sottovalutato la pesantezza delle cure” spiega l’ex astronauta.

Cos'è il linfoma al cervello diagnosticato a Nespoli

Il linfoma B al cervello diagnosticato lo scorso anno a Nespoli è una delle forme più comuni di linfoma non-Hodgkin nei Paesi occidentali e rappresenta circa un terzo di tutti i linfomi a cellule B. Il linfoma esordisce generalmente con una massa a rapida crescita, che tende a infiltrare diffusamente il cervello, spesso come masse multicentriche ma anche come masse cerebrali isolate, causando sintomi estremamente variabili, come cefalea, nausea, vomito e altri segni clinici secondari all’aumento della pressione intracranica (deficit neurologici focali, sintomi neuropsichiatrici e oculari, crisi epilettiche e cambiamenti della personalità).

La massa tumorale è principalmente dovuta alla proliferazione anomala di un tipo di globuli bianchi (cellule B) nel sistema nervoso centrale. Le lesioni, spiegano gli specialisti, possono essere mono- o multifocali, e generalmente si localizzano in profondità a livello cerebrale, per le quali ci sonno efficaci terapie che assicurano una buona sopravvivenza libera da malattia.

Nespoli, che è dimagrito e cammina piano, ha fiducia nel futuro. “Il medico ha detto che c’erano tutte le probabilità di cura, non dico di guarigione” confessa,  sicuro del fatto che “forse non tornerò mai come prima, ma credo di avere buone chance di rimettermi a posto”. A dargli forza è stato il metodo che prima applicava “con cose più difficili” durante l’addestramento aerospaziale. “Cioè, non pensavo mai che mancava 100 per finire, ma vivevo un giorno alla volta, un pezzettino alla volta, in modo da non lasciarmi spaventare da quello che avevo ancora davanti”.

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