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Cosa significa avere le mestruazioni nello spazio

Cosa significa avere le mestruazioni nello spazio? Come fanno le astronaute a gestire il ciclo? Ce lo spiega uno studio che mostra anche gli effetti negativi dei metodi utilizzati.
A cura di Zeina Ayache
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Gestire il ciclo mestruale sicuramente non è semplice e, come è facile intuire, lo è ancor meno nello spazio, viene da chiedersi dunque come riescano le astronaute e superare questi 4 giorni mensili tanto impegnativi. Ci risponde uno studio intitolato “Medically induced amenorrhea in female astronauts” e pubblicato su Nature. Innanzitutto bisogna dire che, di solito, durante le missioni di breve durata le astronaute possono scegliere di modificare il ciclo attraverso la pillola anticoncezionale in modo da avere le mestruazioni quando sono sulla Terra, diversamente, in caso di missioni più lunghe, si preferisce optare per la soppressione del ciclo.

In questo caso le astronaute devono assumere la pillola contraccettiva che impedisce il flusso mestruale, questo però significa doversi portare, ad esempio per una missione di tre anni, 1.100 pillole che unite al packaging rappresentano un peso non indifferente ai fini del volo. Ma non solo. I trattamenti ormonali hanno anche effetti sulla densità minerale ossea (BMD) che si riduce di più quando le astronaute non sono sulla Terra.

Per evitare tutto ciò, i ricercatori suggeriscono l'impiego di contraccettivi a lunga durata e reversibili come la spirale intrauterina o gli impianti sottocutanei che sono affidabili e sicuri quanto gli anticoncezionali ormonali. Ad oggi però non vengono utilizzati, eppure eviterebbero il peso in eccesso del packaging delle pillole, senza contare che si tratta di dispositivi inseriti prima della partenza verso lo spazio, che non richiedono manutenzione e che non hanno effetti negativi sulla densità ossea.

È pur vero che sono necessari studi scientifici che possano dire se gli impianti, in fase di lancio o atterraggio e durante la missione, non interferiscano con l'attrezzatura e l'abbigliamento, così come con le attività lavorative. Insomma, lo studio vuole sottolineare l'importanza di pensare a nuovi contraccettivi che possano evitare il flusso mestruale senza comportare danni alla salute delle astronaute, il cui numero è in continua crescita.

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