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Cosa sappiamo della zanzara coreana che sta invadendo l’Italia

Segnalata nel Nord-Est del Paese, sta rapidamente conquistando le zone collinari e prealpine della bergamasca. Forse sbarcata a Orio al Serio, è sempre più diffusa in Lombardia.
A cura di Valeria Aiello
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Un esemplare di zanzara coreana fotografato a Piazzo, in Trentino Alto Adige / Syrio
Un esemplare di zanzara coreana fotografato a Piazzo, in Trentino Alto Adige / Syrio

La zanzara coreana (Aedes koreicus) che resiste al freddo sta rapidamente conquistando le zone collinari e prealpine del Nord Italia. Segnalata per la prima volta a Belluno nel 2011, questa specie ha colonizzato un’area di oltre 3mila km2 tra Liguria, Trentino e Veneto, ed è sempre più diffusa in Lombardia, dove non è escluso che possa essere arrivata a bordo di uno dei voli internazionali dell’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio.

Lo rivela una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano pubblicata sulla rivista Parasites & Vectors che segnala la presenza di questa specie nella bergamasca, specialmente nelle aree montane. Il timore è che questo tipo di zanzara possa essere vettore di nematodi e malattie virali, come l’encefalite giapponese e la chikungunya, e che la sua espansione favorisca la diffusione di patogeni emergenti nell’area alpina.

Tra luglio e settembre 2020, durante il programma di sorveglianza dei siti a rischio di introduzione di nuove zanzare invasive tra le province di Bergamo e Brescia, i ricercatori hanno prelevato circa 6.000 larve e centinaia di uova di zanzara da piccoli stagni, vasche artificiali e contenitori. Molte zanzare sono state identificate come appartenenti alla specie Aedes koreicus, probabilmente con origini dalla popolazione dell’isola vulcanica sudcoreana Jeju.

Questa è una specie di zanzara asiatica originaria della Corea, del Giappone, della Cina e della Russia orientale, che è diventata sempre più diffusa in Europa – indicano i ricercatori – . I membri di questa specie mostrano una grande adattabilità alle regioni temperate, probabilmente perché Ae. koreicus tollera le basse temperature e preferisce le regioni di montagna; inoltre, adulti di Ae. koreicus hanno una maggiore persistenza durante la tarda estate e l’autunno”.

Potrebbe diffondersi in altre regioni

Questa zanzara, a differenza delle “sorelle” del genere Aedes, come la albopictus, nota anche come zanzara tigre, tollera molto bene le basse temperature. Questa sua capacità di colonizzare aree caratterizzate da rigide temperature invernali, le consente di evitare la competizione per i siti di riproduzione con le altre specie, pertanto i ricercatori presumono che possa ulteriormente diffondersi in Italia e in Europa, sotto l’influenza del riscaldamento globale, del commercio internazionale e dei viaggi internazionali.

Il ritrovamento nell’area prealpina bergamasca, in particolare alla fine della stagione estiva, solleva dubbi sul suo possibile ruolo di vettore di malattie infettive, rappresentando un’ulteriore conferma dell’adattamento di queste zanzare a determinate condizioni climatiche e ambientali.
“’L’identificazione di questa specie durante un campionamento non focalizzato sulla raccolta di zanzare Aedes mette in evidenza l’importanza dell’attività di monitoraggio e la necessità di una più ampia conoscenza delle vie di introduzione e delle nicchie ecologiche occupate da questa zanzara invasiva” hanno precisato gli autori dello studio.

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