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Covid 19

Cosa dice il primo studio su un vaccino anti COVID pubblicato su un giornale scientifico

L’analisi ad interim pubblicata sulla rivista scientifica inglese indica che il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 ha un buon profilo di sicurezza ed è risultato efficace nel proteggere da forme di Covid-19 sintomatiche. Si tratta della prima revisione paritaria di un trial clinico, dunque della prima valutazione critica da parte di revisori indipendenti dei risultati della sperimentazione sull’uomo.
A cura di Valeria Aiello
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È il primo vaccino Covid con un’analisi ad interim su una rivista peer-reviewed, il primo a passare dalla saga degli annunci al rigore di una pubblicazione scientifica che certifichi i dati di efficacia e sicurezza ottenuti dalla sperimentazione sull’uomo. La valutazione è arrivata da The Lancet e include i dati di quattro studi clinici in cieco, randomizzati e controllati, condotti dall’Università di Oxford nel Regno Unito (COV001 di fase 1/2 e COV002 di fase 2/3), in Brasile (COV003 di fase 3) e in Sud Africa (COV005 di fase 1/2) sul vaccino ChAdOx1 nCoV-19, la formulazione sviluppata dai ricercatori dell’Ateneo britannico in collaborazione con l’Irbm di Pomezia che sarà prodotta dalla società farmaceutica AstraZenenca.

Dosi e efficacia del vaccino Covid Oxford-AstraZeneca

I volontari arruolati nella sperimentazione, tutti di età pari o superiore ai 18 anni, sono stati assegnati in modo casuale (1:1) a ricevere due dosi di ChAdOx1 nCov-19 oppure di un vaccino di controllo (quello contro il meningococco), con un sottogruppo appartenente allo studio condotto nel Regno Unito che, a causa di un errore, anziché ricevere due dosi standard di ChAdOx1 nCov-19, ha ricevuto prima una mezza dose e poi un dose standard.

Complessivamente, l’analisi ad interim di efficacia si è basata su 11.636 volontari dei 23.848 arruolati negli studi di fase 3, tra i quali si sono verificati 131 casi di Covid-19 sintomatico dopo 14 o più giorni dalla somministrazione seconda dose, di cui 30 tra coloro che avevano ricevuto il vaccino e 101 nel gruppo di controllo, con un’efficacia calcolata del 70,4% nel prevenire forme sintomatiche di Covid-19.

Tra i volontari che hanno ricevuto due dosi standard, l’efficacia è stata del 62,1% mentre in coloro che avevano ricevuto prima una mezza dose e poi una dose standard, l’efficacia è stata del 90%. “L’uso di una prima dose bassa – si legge nello studio – potrebbe rendere disponibile una quantità sostanzialmente maggiore di vaccino per la distribuzione in un momento di fornitura limitata e questi dati implicano che ciò non comprometterebbe la protezione”. In ogni caso, sottolinea l’analisi “sono necessari ulteriori studi per determinare il meccanismo dell’aumentata efficacia con questo regime di somministrazione”.

Oltre a questo endpoint primario, l’efficacia del vaccino è stata valutata anche sull’endopoint secondario della prevenzione precoce della malattia grave dopo la prima dose. “Non ci sono stati ricoveri o casi gravi di COVID-19 dopo almeno 21 giorni dalla somministrazione della prima dose del vaccino – chiarisce una nota –  Dieci partecipanti al gruppo di controllo sono stati ricoverati in ospedale a causa di Covid-19, tra i quali due sono stati valutati come gravi, incluso un caso fatale”.

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Sicurezza e tollerabilità

Quanto invece ai dati sulla sicurezza, l’analisi è basata su oltre 20mila partecipanti arruolati nei quattro trial clinici già citati. La pubblicazione di The Lancet ha confermato che il vaccino è stato ben tollerato, con eventi avversi gravi ed eventi avversi di particolare interesse bilanciati tra i bracci dello studio. “Gli effetti collaterali sono minori sia in intensità che in numero negli anziani, con dosi più basse e dopo la seconda dose – spiega l’analisi – . Tre casi di mielite trasversa sono stati inizialmente segnalati come sospette reazioni avverse gravi inattese, con due nel braccio dello studio sul vaccino ChAdOx1 nCoV-19, che hanno attivato una pausa dello studio per un’attenta revisione in ciascun caso.

“Una revisione clinica indipendente di questi casi ha indicato che è improbabile che uno nel gruppo sperimentale e uno nel gruppo di controllo siano correlati agli interventi di studio, ma una relazione è rimasta possibile nel terzo caso”. Ad ogni modo nelle sperimentazioni prosegue “un attento monitoraggio della sicurezza, inclusi gli eventi neurologici” e “tutti i dati sulla sicurezza saranno forniti alle autorità di regolamentazione per la revisione”.

Nell’analisi pubblicata su The Lancet, non è stata valutata la durata della protezione (“poiché i primi studi sono stati avviati nell’aprile 2020, in modo tale che tutti gli episodi di malattia siano accumulati entro 6 mesi dalla somministrazione della prima dose”). Saranno dunque necessarie “ulteriori prove per determinare la durata della protezione e la necessità di ulteriori dosi di richiamo”. Nel frattempo, ha comunicato Astrazeneca, la presentazione dei dati alle autorità di regolamentazione di tutto il mondo è già iniziata, come parte delle loro revisioni continue dei dati sui vaccini per l’uso temporaneo o l’approvazione condizionale.

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