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Cosa ancora non sappiamo della variante Omicron

Il nuovo ceppo mutato del coronavirus finora identificato in venti Paesi, tra cui Regno Unito, Italia, Belgio e Paesi Bassi. Quanto dobbiamo preoccuparci? E quanto ci proteggono i vaccini?
A cura di Valeria Aiello
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito Omicron una “variante di preoccupazione”, avvertendo che i rischi globali posti sono “molto elevati” nonostante gli scienziati abbiano descritto la variante con una serie di incertezze. Finora, la variante è stata segnalata in venti Paesi, tra cui Regno, Unito, Italia e Paesi Bassi, ma non negli Stati Uniti, dove gli esperti ritengono che sia ormai solo questione di tempo. La scoperta di Omicron ha suscitato grande preoccupazione in tutto il mondo, con un certo numero di Paesi che hanno vietato i voli dall’Africa meridionale oppure – come Israele, Giappone e Marocco – , che vietano del tutto l’ingresso a viaggiatori stranieri.

Quanto dobbiamo preoccuparci di Omicron?

Gli esperti di salute pubblica hanno esortato alla cautela, osservando che non ci sono prove che Omicron sia più pericolosa delle varianti precedenti, come Delta, diventata la più diffusa in molti Paesi. Molto rimane sconosciuto di Omicron, incluso se possa causare forme di Covid più gravi o se sia più trasmissibile. Ci sono alcune prove che indicano che la variante può reinfettare più facilmente le persone, ma potrebbe volerci un po’ di tempo prima che gli esperti sappiano se il virus è più patogeno di Delta.

Gli scienziati si aspettano di saperne di più nelle prossime settimane e, al momento, dicono che non c'è motivo di credere che Omicron sia completamente resistente agli attuali vaccini, ma che questi potrebbero rivelarsi meno protettivi in ​​una misura sconosciuta.

Perché gli scienziati sono così preoccupati?

I ricercatori in Sud Africa hanno lanciato l’allarme perché hanno trovato più di 30 mutazioni sulla proteina Spike, bersaglio principale degli anticorpi che il sistema immunitario produce per combattere l’infezione, e circa 50 in tutto il genoma del virus. Avere così tante mutazioni solleva preoccupazioni sul fatto che la Spike di Omicron possa essere in grado di eludere in qualche modo gli anticorpi prodotti da precedenti infezioni o in seguito alla vaccinazione. Queste mutazioni aumentano anche la possibilità che la variante riduca l’efficacia dei trattamenti con anticorpi monoclonali, un timore parzialmente confermato martedì da Regeneron, che ha affermato che il suo trattamento con anticorpi monoclonali potrebbe essere meno efficace contro Omicron e potrebbe essere necessario aggiornare i farmaci anticorpali monoclonali se la nuova variante si diffonderà in modo aggressivo.

E i vaccini?

Ci si aspetta che i vaccini forniscano una certa protezione contro Omicron, perché stimolano non solo gli anticorpi ma altre cellule immunitarie che attaccano le cellule infettate da virus. Le mutazioni della proteina Spike non attenuano la risposta cellulare, che la maggior parte degli esperti ritiene sia determinante nella prevenzione di malattie gravi e morte. Ad ogni modo i produttori di vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson, approvati per l'uso negli Stati Uniti, e AstraZeneca, ampiamente utilizzato in Europa, hanno affermato di studiare Omicron, e hanno espresso fiducia nella loro capacità di personalizzare le loro formulazioni per indirizzare la protezione alla variante.

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